Te Deum: mons. Tasca (Genova), “lo stile cristiano è dare la vita, generosamente, giorno dopo giorno, con gratuità e passione per l’umanità”

“Chi è appassionato del Vangelo e dello stile di Gesù di Nazareth non può vivere e agire secondo le paure o le rabbie. Lo stile cristiano è dare la vita, generosamente, giorno dopo giorno, con gratuità e passione per l’umanità. Non è fare calcoli di sicurezza, non è trincerarsi nei propri luoghi di comfort, non è appoggiare le guerre tra poveri, non è giustificare i conflitti armati, non è tenersi alla larga dalla presa in carico di chi ha bisogno, da chi è ai margini, da chi subisce la violenza di leggi ingiuste o di cattiva distribuzione delle risorse. Lo stile cristiano non è questo”. Lo ha sottolineato stasera l’arcivescovo di Genova, mons. Marco Tasca, nel discorso alla città, in occasione del tradizionale canto del Te Deum, nella chiesa del Gesù.
“L’unica convenienza che ci interessa ‘portare a casa’ per il nostro futuro è sentirci dire che abbiamo amato, che abbiamo dato tutto, che siamo stati maltrattati per il nostro metterci in gioco, che la nostra vita ha avuto senso qualunque sia la sua durata e la sua conclusione. Questa è l’unica convenienza che ci interessa”, ha osservato il presule, per il quale “è il tempo questo di aumentare la nostra partecipazione. Chi partecipa smuove di più, chi si lamenta e non partecipa aumenta il proprio pantano. Questo vale nella società ma anche nella Chiesa. Il cammino sinodale apre delle opportunità, ma c’è bisogno di prendere iniziative, fare proposte, inventare esperienze, e occorre superare le resistenze ad una maggiore responsabilità di tutti i battezzati nella chiesa. Le comunità di domani vanno preparate oggi!”.
L’arcivescovo ha evidenziato: “Uno sguardo di speranza, fede e intraprendenza non vede il domani con nostalgia, ma quanti battezzati animeranno ogni realtà territoriale, sperimentando e condividendo la vita del Vangelo. Si comincia oggi. Uno sguardo di speranza, fede e intraprendenza vede nel domani alleanze sincere, nelle nostre periferie esistenziali e urbane, tra comunità cristiane, comitati, associazioni, imprese, per riqualificare il tessuto sociale e urbanistico ‘con’ le istituzioni, senza strappi in alto e in basso. Si comincia oggi”.

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