Benedetto XVI: mons. Lovignana (vescovi Piemonte), “la sua lettura del presente alla luce della fede e della tradizione della Chiesa non perde di attualità”

“La grandezza e la profondità del suo insegnamento non potrà che crescere con il passare del tempo perché la sua parola rappresenta una lettura del presente alla luce della fede e della tradizione della Chiesa che non perde di attualità. Essa è accompagnata da un esempio personale di fede e di dedizione al ministero che abbiamo potuto toccare con mano al momento delle sue dimissioni, illuminate dalle poche e lucide parole pronunciate in quel mese di febbraio 2013 che rimarrà scolpito nella memoria di chi l’ha vissuto e negli annali della Chiesa cattolica”. Così mons. Franco Lovignana, vescovo di Aosta e presedente della Conferenza episcopale di Piemonte e Valle d’Aosta, commenta la morte del Papa emerito Benedetto XVI. “Raccogliendo l’invito di Papa Francesco – ricorda il presule – i pastori e i fedeli delle diocesi di Piemonte e Valle d’Aosta hanno accompagnato con la preghiera la sua malattia. Oggi tutti insieme chiediamo al Signore di accoglierlo presso di Sé ricompensando le fatiche apostoliche di Colui che si presentò al mondo al momento dell’elezione come ‘semplice, umile lavoratore nella vigna del Signore’. Anche quel giorno si affidò a Dio e a noi, dicendo: ‘Mi consola il fatto che il Signore sa lavorare ed agire anche con strumenti insufficienti e soprattutto mi affido alle vostre preghiere nella gioia del Signore risorto’ (19 aprile 2005)”. “Anche a nome dei Confratelli della Conferenza episcopale regionale – prosegue –, esprimo partecipazione a questo momento di sofferenza per il distacco terreno da un grande uomo e da un vescovo sapiente, ma anche la gratitudine al Signore per il dono che Benedetto XVI ha rappresentato per la Chiesa universale con il suo Magistero cristallino, a dispetto di un modo di presentarsi e di comunicare quasi timido”.

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