Giornata della pace: Potenza, domani messa presieduta da mons. Ligorio e manifestazione sul sagrato della parrocchia Beata Vergine del Rosario

In occasione della 56ª Giornata mondiale della pace, domenica 1° gennaio è in programma a Potenza un doppio appuntamento presso la parrocchia Beata Vergine del Rosario. Alle 18 l’arcivescovo Salvatore Ligorio presiederà una concelebrazione eucaristica con l’intenzione che “tacciano le armi e si restituisca la speranza alle popolazioni martoriate dell’Ucraina e delle altre parti del mondo dove sono in corso conflitti tra l’altro dimenticati”. Durante la messa – spiegano dalla diocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo – alcuni detenuti offriranno prodotti del loro laboratorio artigianale interno al carcere come simbolo di riscatto. Al termine della messa, sul sagrato della chiesa, prenderà il via una veglia di preghiere nel corso della quale verranno letti passi del Messaggio intitolato “Nessuno può salvarsi da solo. Ripartire dal Covid-19 per tracciare insieme sentieri di pace” che Papa Francesco ha redatto per la 56ª Giornata mondiale della pace. “Saranno anche proposti canti, testimonianze di esuli ucraini, e gesti simbolici di facile comprensione – prosegue la nota – per ribadire in ogni modo che la pace è il bene primario che tocca tutti e senza il quale non è possibile nessun altro obiettivo”. “La manifestazione sul sagrato – viene precisato – si svolgerà intorno ad un falò, alimentato direttamente dai partecipanti, simbolo della volontà di bruciare tutto ciò che appartiene alle scorie del passato e di rinnovarsi proprio a partire dal primo giorno del nuovo anno”. “La diocesi – conclude la nota – invita i credenti, i cercatori di Dio e quanti , a prescindere dalla fede, si riconoscono nelle ragioni della pace e nel valore del dialogo come mezzo per comporre i conflitti ad ogni livello ,ad unirsi all’appello del Papa perché tacciano le armi, e le diplomazie riscoprano il loro ruolo istituzionale, ma anche perché venga scongiurato il rischio di assuefazione alle immagini di morte e di violenza che ci giungono dall’Ucraina e dalle altre zone di guerra”.

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