“Nella realtà odierna, veloce e complessa, è facile perdere il filo, tirati da mille parti”. Lo scrive il Papa, nell’omelia per i Vespri a conclusione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, letta dal card. Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei cristiani, che ha presieduto la celebrazione nella basilica di San Paolo fuori le mura.
Con il documento “Alla sera della vita” la Chiesa italiana dona una parola felice, davvero felice, al tema della morte e del morire, argomento oggi dominato da una sorta di fatale cupio dissolvi. L’intuizione centrale del documento, curato dall’Ufficio per la Pastorale della Salute della Cei, è che il morire è un processo e che il processo del morire è un tempo relazionale, dove si intrecciano relazioni di cura, relazioni affettive e trame dense di umanità.
Variante inglese, sudafricana, brasiliana. Le mutazioni del Sars-Cov-2 sono al centro dell’attenzione degli scienziati e dell’opinione pubblica. Probabilmente non più letali ma più trasmissibili, spiegano dallo Spallanzani. Importante continuare a osservare le misure di sicurezza. Nei confronti della variante inglese i vaccini sembrano mantenere efficacia, ma occorre aumentare il sequenziamento del genoma del virus per monitorare la diffusione.
Da Sana’a parla Chiara Moroni, operatrice umanitaria di Save the children. In Yemen si occupa di educazione, in team con una quarantina di operatori sparsi in tutto il Paese: “La guerra ha causato violenze e menomazioni, con un forte impatto psicologico, difficoltà ad interagire con gli altri, tristezza e depressione. Investiamo sulla scuola”.
Tra il 15 marzo e il 31 ottobre 2020, la Pastorale carceraria nazionale della Chiesa brasiliana ha ricevuto 90 denunce di casi di tortura, riguardanti numerose violazioni dei diritti in varie unità carcerarie di tutto il Paese. Lo rivela il rapporto “Pandemia e tortura in carcere”, presentato venerdì scorso.
L’Assemblea ecclesiale dell’America Latina e dei Caraibi “è una riunione del popolo di Dio: laiche, laici, consacrate, consacrati, sacerdoti e vescovi”. Francesco nel videomessaggio fatto pervenire al Consiglio episcopale latinoamericano (Celam) in occasione della presentazione dell’evento che si svolgerà dal 21 al 28 novembre a Città del Messico.
“Chi fa esperienza della vicinanza di Dio non può distanziare il prossimo, non può allontanarlo nell’indifferenza”. Lo scrive il Papa, nell’omelia per la messa della Domenica della Parola di Dio. Alla fine, una proposta: “Spegnere la televisione e aprire la Bibbia, chiudere il cellulare e aprire il Vangelo”.
Quest’anno la Cei ha voluto suggerire per la Domenica della Parola di Dio il tema della speranza. Oggi più che mai abbiamo bisogno di chiedere alla Bibbia parole di speranza.
Ciascuno a suo modo, sotto l’influsso dello Spirito, non solo può ma deve dedicarsi alla ricerca e al pensiero, deve lasciarsi plasmare da quell’agire della Parola che, se si vuole esprimere correttamente è performatore, cioè tocca, smuove, plasma e crea. Quale dono del Padre che si rivela all’umanità, quale dono del Figlio che lo ha annunciato e si è fatto dono di Parola Incarnata perché potessimo rimanere in quell’ascolto vitale che si traduce in quell’affetto che, a sua volta, genera la diaconia della Parola. Non significa un annuncio carico di altoparlanti e microfoni ma un annuncio di contagio per autentica empatia. La carica promanante da chi ne è diacono/a è tale che suscita in chi l’avvicini il profondo desiderio di emulazione, molla della nostra vita.
Francesco decide di puntare sulle persone che comunicano non “solo con le parole, ma con gli occhi, con il tono della voce, con i gesti”. Ancora una volta il modello è Gesù, il perfetto comunicatore, la cui Parola riflette il volto di Dio e va oltre il semplice vedere, coinvolgendo chi l’ascolta in un’esperienza e in un dialogo.
Nel messaggio per la 55ª Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali (16 maggio), il Papa ricorda che “numerose realtà del pianeta, ancor più in questo tempo di pandemia, rivolgono al mondo della comunicazione l’invito a ‘venire e vedere’. C’è il rischio di raccontare la pandemia, e così ogni crisi, solo con gli occhi del mondo più ricco, di tenere una ‘doppia contabilità'”.
“Il Papa ci invita ad andare laddove pensiamo non ci sia alcun bisogno di andare. Dove crediamo non ci sia nulla di buono, di interessante, da vedere. Ci invita a capovolgere la prospettiva. A rileggere la storia da un altro punto di vista”. Così il prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, Paolo Ruffini, commenta il messaggio del Papa per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali.
Il direttore di rete e del Tg2000: “Per noi i telespettatori e le telespettatrici sono persone, non numeri né obiettivi commerciali. Vogliamo offrire loro una informazione credibile e autorevole, dove non ci sia posto per chiacchiericcio e aggressività”.
È stata prorogata ad aprile 2021 la conclusione della Campagna “Dacci oggi il nostro pane quotidiano” promossa da Caritas italiana e Focsiv per sostenere 64 progetti in 45 Paesi del mondo e sensibilizzare le comunità cristiane agli effetti della pandemia sulle popolazioni più povere.
È partito il 1° gennaio (fino al 30 giugno 2021) il progetto nato dalla collaborazione tra Caritas Jerusalem (CJ) e Ministero della salute (Moh) di Gaza che vede CJ impegnata in cinque distretti della Striscia (Gaza city, Gaza nord, Gaza centro, Khanyounis e Rafah) “a fornire assistenza sanitaria di base e di emergenza nelle case di persone positive al Covid-19 oltre che di malati di altre patologie”.
Non polarizzare la discussione su presenza o non presenza a scuola, ma pensare a modelli più solidali, misti e creativi, con un’alleanza sui territori tra scuola, famiglie, Comune e Terzo settore per raggiungere anche le periferie più povere ed evitare che la cultura dello scarto travolga chi è all’inizio della vita. E, ancora, investire di nuovo nell’istruzione, dopo i tagli degli ultimi anni. Questa la ricetta offerta dal vice presidente dell’impresa sociale “Con i Bambini” per “uscire dal guado” in cui ci troviamo ora, a causa della pandemia.
La formazione all’impegno sociale e politico ha conosciuto, nel passato recente, grande interesse nella comunità cristiana. Attualmente i percorsi promossi da diocesi, parrocchie e associazioni non sono affatto numerosi e, soprattutto, sembra che il tema sia quasi scomparso dall’agenda… Nel nuovo volume “Aprire percorsi”, frutto di una lunga ricerca, si torna a riflettere sull’argomento. Lunedì 25 gennaio dibattito on line con don Bignami, Vecchio e Stoppa. Ne parliamo con Alberto Ratti, uno dei curatori.
Ieri l’insediamento del secondo presidente cattolico degli Usa. Nel suo discorso ha parlato di riunire la nazione, della necessità di guarire, insieme, dalle ferite provocate dalle divisioni. Parole molto attese. Ma nella Conferenza episcopale ci sono posizioni diverse.
“La prudenza indicherebbe di seguire le procedure codificate e approvate dagli organi regolatori, Fda ed Ema, che prevedono determinate scadenze”. Lo dice al Sir Roberto Cauda, ordinario di malattie infettive all’Università Cattolica e direttore dell’Unità di malattie infettive del Policlinico Agostino Gemelli di Roma.
“In occasione del suo insediamento come 46° Presidente degli Stati Uniti d’America, rivolgo cordiali auguri e l’assicurazione delle mie preghiere affinché Dio Onnipotente le conceda saggezza e forza nell’esercizio del suo alto ufficio”. Lo afferma Papa Francesco nel messaggio inviato al neo presidente statunitense Joe Biden.
Joe Biden ha giurato da 46° presidente degli Stati Uniti sulla Bibbia di famiglia retta dalla moglie Jill. “Giuro di preservare, proteggere e difendere la Costituzione. Che Dio mi aiuti”, ha ripetuto Biden facendo eco al presidente della Corte Suprema John Roberts che ha accolto il giuramento presidenziale.
Da segnalare il lungo applauso dai banchi del centro-sinistra all’ingresso nell’emiciclo della senatrice a vita Liliana Segre e, forse unico momento unitario, quello di tutti i gruppi quanto il premier ha fatto cenno a Paolo Borsellino che oggi avrebbe compiuto 81anni. Superato questo doppio passaggio parlamentare c’è da registrare, innanzitutto, che si è evitato di interrompere l’azione del governo in un momento delicato e grave della vita del Paese. Ma le sfide da affrontare restano quelle che tutti ben conoscono, sia sul piano sanitario che su quello economico-sociale. La fiducia all’esecutivo non basta, c’è bisogno di restituire la fiducia ai cittadini e questo impegno, pur nella diversità dei ruoli, riguarda tutte le forze politiche.
Il Covid-19 ha innescato una situazione sanitaria ed economica senza precedenti. L’Unione europea ha predisposto una strategia, denominata Next Generation Eu, che porterebbe in Italia oltre 200 miliardi. Per il nostro Paese ora si apre una lunga e difficile fase attuativa che richiede responsabilità politica, obiettivi condivisi, azioni concertate… Ci sono abbondanti finanziamenti per far ripartire l’economia, per la digitalizzazione, le attività produttive e l’occupazione, l’efficienza energetica, la mobilità. E c’è in gioco il futuro del Paese.
No ad algoritmi o ad altri parametri. Anche in emergenza sanitaria vale un principio aureo: la proporzionalità del trattamento per la persona. A ribadirlo è Antonio Gioacchino Spagnolo, ordinario di Bioetica e coordinatore della sezione dipartimentale di Bioetica e Medical Humanities dell’Università Cattolica del S. Cuore di Roma.
“Questa mattina, nell’atrio dell’Aula Paolo VI, mentre prosegue il piano di vaccinazione dello Stato della Città del Vaticano, un primo gruppo di circa 25 senza fissa dimora ospitati stabilmente dalle strutture di assistenza e residenza dell’Elemosineria Apostolica ha ricevuto la prima dose del vaccino contro il Covid-19. Altri gruppi si susseguiranno nei prossimi giorni”. Lo ha comunicato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede.
I nostri missionari ci scrivono. Padre Tonino Pasolini: “Qua la distanza sociale è di due metri. Con la radio siamo impegnati per gli annunci di servizio pubblico sulla pandemia. Le nostre restrizioni sono simili a quelle che avete voi. Tutte le scuole rimangono chiuse. Tutte le chiese e le moschee sono chiuse. Tutti i confini sono chiusi”, dice il missionario cesenate. Con la radio “Rafforziamo le pratiche sicure. Combattiamo la paura. Soprattutto, combattiamo notizie false e informazioni distorte”.