Bilancio Santa Sede: Guerrero Alves, “pensioni vaticane stanno meglio”, ma occorre “introdurre correttivi”

“Le pensioni sono un problema in quasi tutti gli Stati, e il nostro Fondo pensionistico non fa eccezione. Anzi, direi che – nella sua piccola proporzione – le pensioni vaticane stanno meglio e sono più sicure che in molti Paesi vicini”. Lo dice padre Juan Antonio Guerrero Alves, prefetto della Segreteria per l’Economia, in un’intervista per i media vaticani, in cui commenta la pubblicazione del Bilancio della Santa Sede 2021, il cui deficit complessivo è stato di 3 milioni di euro. “Questo è uno dei temi sui quali da anni si sta richiamando l’attenzione, con maggiore o minore allarmismo, per dipingere uno scenario economico futuro buio”, assicura il prefetto, secondo il quale “è indubbio che non stiamo dotando sufficientemente il Fondo pensionistico per permettergli di rispettare gli obblighi futuri o che stiamo promettendo più di quanto in realtà possiamo permetterci. La buona notizia è che siamo ancora in tempo per introdurre misure correttive, non traumatiche, ma dobbiamo farlo presto”. “Stiamo riconoscendo che abbiamo assunto alcuni obblighi che, valutati oggi, potremmo non essere in grado di affrontare a un certo punto del futuro con la dotazione attuale”, fa notare Guerrero a proposito del Fondo di assistenza sanitaria: “Ossia, o si stanzia più denaro perché questa situazione futura prevedibile non si verifichi o si adeguano le prestazioni alle possibilità. Stanziare più denaro oppure promettere meno prestazioni”. “Per il futuro ci si prospetta un tempo molto incerto”, conclude Guerrero: “Non abbiamo molte variabili su cui operare per affrontare la crisi, non abbiamo politica fiscale né monetaria, né controllo su una grande parte dei ricavi. Al di là dei nostri problemi strutturali, la situazione mondiale – guerra, inflazione, mancanza di rifornimenti, incertezza finanziaria, etc. – crea per noi nuove sfide e opportunità. Non possiamo dire che il tempo dei sacrifici sia finito, il 2022 sarà un anno particolarmente difficile e pure il 2023. Ora dobbiamo affrontare il preventivo per il 2023 che non ci consente di stare molto allegri, nonostante la pressione del Covid sia diminuita”.

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