Benedetto XVI: card. Eijk, “custode fedele e coraggioso del ‘depositum fidei’”

“Papa Benedetto XVI è stato un custode fedele e coraggioso del ‘depositum fidei’, il tesoro della fede affidato alla Chiesa da Dio. Ci ha lasciati un vero uomo di Dio e un Papa secondo il cuore di Gesù”: si conclude così un lungo racconto del cardinale olandese di Utrecht Willem Eijk, in cui traccia un profilo di Joseph Ratzinger e ricorda gli incontri avuti. Il primo fu nel 1980, quando Joseph Ratzinger era arcivescovo di Monaco-Freising, ma gli incontri divennero frequenti dopo il 1997 e la nomina di Eijk a membro della Commissione Teologica Internazionale, di cui il cardinale Ratzinger era presidente: “Il cardinale Ratzinger non prendeva spesso la parola durante le sessioni plenarie. Ma quando lo faceva, sapeva come analizzare una questione teologica in modo infallibile e ridurla alla sua essenza. A volte pensavo che non avesse affatto bisogno di consiglieri”. Eijk ricorda anche che il card. Ratzinger apriva e chiudeva le sessioni plenarie della commissione con un discorso in latino: “Tra i cardinali e i teologi, era uno dei pochi che sapeva ancora parlare il latino”. “Ho parlato spesso con lui durante le pause caffè delle sessioni plenarie e dei pasti”, ricorda ancora il cardinale olandese. “Era un uomo estremamente amichevole, servizievole e un po’ timido, ma estremamente deciso e chiaro quando si trattava degli insegnamenti della Chiesa cattolica romana”.
Eijk ricorda anche di essere stato uno degli ultimi cardinali ricevuti in udienza privata tre giorni prima delle dimissioni, l’8 febbraio 2013 e parla di “shock” provato nel vedere quella mattina il Papa “pallido e smunto, che doveva aggrapparsi al tavolo per rimanere in piedi. Aveva difficoltà a mantenere l’equilibrio”. E il suo pensiero fu: “Come può una persona con una condizione fisica così debole guidare la Chiesa mondiale?”.
Nel lungo testo, il card. Eijk scrive ancora: “Governare non era il suo punto di forza. La fiducia che riponeva nel suo staff è stata profondamente tradita da alcuni di loro. Tuttavia, due cose che sono state affermate sul suo operato amministrativo devono essere decisamente smentite”. Una è la definizione attribuita a Ratzinger di essere un “Panzer-Kardinal”: “Benedetto XVI era certamente un uomo molto tenace quando si trattava di principi”, scrive Eijk, ma non era un uomo di scontro e di misure dure, bensì un uomo timido, che usava la sua voce morbida per cercare di convincere i suoi avversari con profonde argomentazioni teologiche. Se solo fosse stato ascoltato di più e meglio, soprattutto da alcuni professori e insegnanti di teologia che hanno una grande responsabilità nella formazione dei futuri sacerdoti e quindi nel futuro della Chiesa!”. E la seconda accusa che va “fermamente smentita” è che Ratzinger, “sia come prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede che come Papa, abbia agito troppo poco contro gli abusi sessuali sui minori”: è stato proprio sotto la sua responsabilità di prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, scrive Eijk, “che è nata l’attuale severa normativa canonica, che ha dato alla Congregazione e ai vescovi i mezzi per agire in modo deciso ed efficace contro gli abusi sessuali”.

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