Messico: vescovi, “di fronte a tante sofferenze camminiamo con le famiglie. Vogliamo essere Chiesa aperta, samaritana, sinodale e in uscita”

(Foto: Conferenza episcopale messicana)

“Vogliamo esprimere la nostra vicinanza, come pastori, al popolo del Messico, soprattutto per gli effetti subiti dalla pandemia, i disastri naturali, le calamità, gli effetti della violenza e dell’insicurezza. Desideriamo camminare con le famiglie e le loro storie di vita, per imparare a essere una Chiesa aperta, sinodale, samaritana e in uscita”. Lo scrive la Conferenza episcopale messicana, nel messaggio al Popolo di Dio presentato ieri dalla rinnovata presidenza.
“Scopo di questo incontro – prosegue il messaggio – è assumere, come vescovi e come Chiesa, il servizio che vogliamo prestare a tutte le regioni del Paese, per offrire risposte pastorali, reali ed efficaci a tanto bisogno e a tante ripetute sofferenze. In particolare, pensiamo a coloro che hanno vissuto le devastazioni della morte di amici e familiari; coloro che continuano a cadere nella povertà, coloro che hanno perso la sicurezza sociale, lavorativa e alimentare, i migranti forzati, le persone scomparse e coloro che sono sedotti e intrappolati dalla criminalità”.
La ripresa, avvertono i vescovi, non sarà possibile “senza un cambiamento di mentalità e uno stile diverso di vita”. Il compito “ci spinge a metterci in cammino, responsabili gli uni degli altri in questo cammino di unità. Non dobbiamo lasciarci trasportare dall’individualismo, dall’avidità e dall’egoismo. La risposta alle situazioni in cui tutti siamo coinvolti è camminare insieme; impegnarci tutti, ognuno con la propria visione e il proprio sforzo. Questo cammino comporta favorire ambienti di comunione e di unità, superare la frammentazione, la divisione e la polarizzazione politica. Anche per questo, a livello regionale, avremo l’Assemblea ecclesiale dell’America Latina e dei Caraibi e, a livello mondiale, il Sinodo ecclesiale”.
Prosegue il messaggio della Cem: “Per realizzare questo desiderio, dobbiamo prima trovare noi stessi. Se camminiamo insieme nutriremo entusiasmo, germoglieremo sogni, risveglieremo profezie e faremo fiorire speranze. Insieme possiamo imparare gli uni dagli altri, scaldare i cuori, ispirare le nostre menti e dare nuova forza alle nostre mani. Abbiamo tutti bisogno l’uno dell’altro in questa avventura comune. Siamo tutti importanti, con la ricchezza della varietà: operai, contadini, intellettuali, studenti, imprenditori, politici, artisti, medici, atleti, giovani, migranti, consacrati. Dobbiamo percorrere un cammino sinodale. Per aprirci poi a un dialogo sincero e arricchente, pieno di verità e di ascolto attento, accogliendo la ricchezza dell’altro, per arrivare a vederci fratelli e stabilire legami di amicizia sociale. Discernere e scegliere finalmente le vie appropriate, mettendo da parte l’indifferenza, l’esclusione e il rifiuto dell’altro”.

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