Bolivia: una vittima nelle proteste contro il Governo. Vescovi, “serve un tavolo di dialogo”

(Foto: Ceb - Iglesia Viva)

Seconda giornata di manifestazioni e scontri ieri in Bolivia, con una vittima e numerosi arresti. Le proteste hanno preso il via a causa legge antiriciclaggio che secondo le opposizioni, che hanno convocato uno sciopero a oltranza, attribuisce al Governo il potere di controllare le attività economiche private oltre i limiti imposti dalla Costituzione. Epicentro della protesta la città di Potosí, nel cuore dell’altipiano andino, dove è morta una persona.
“I vescovi chiedono sempre che ci sia la possibilità di sedersi a un tavolo dialogo, noi crediamo che la violenza non sia la via”, ha affermato padre Diego Plá, vicesegretario generale della Conferenza episcopale boliviana (Ceb) in una conferenza stampa tenuta ieri a Cochabamba, per presentare l’assemblea plenaria dell’episcopato, chiamato a rinnovare la propria presidenza.
“Dio conceda che non ci sia più spargimento di sangue – ha proseguito il vicesegretario generale -. La nostra posizione è invitare entrambe le parti a sedersi attorno a un tavolo per dialogare, che non ci siano posizioni conflittuali”, in modo da non “piangere più morti, poiché ogni vita umana è unica e irripetibile”. La Chiesa avrà sempre il ruolo di facilitatrice, purché entrambe le parti lo richiedano: “La Chiesa è al servizio del popolo di Dio, sia i sacerdoti sia i vescovi, siamo servi della nostra gente, se la gente ci chiede un servizio noi saremo lì per aiutare e collaborare”.
Per quanto riguarda l’uso di gas e sgomberi da parte della polizia, padre Plá ha esortato le forze dell’ordine a evitare ogni tipo di violenza, affinché non si debbano più rimpiangere perdite umane: “Chiediamo che ogni istituzione eserciti sempre il suo servizio in modo corretto, coerente, responsabile. Siamo tutti fratelli, siamo boliviani, da entrambe le parti ci sono genitori, fratelli e famiglie, chiediamo sempre un atteggiamento di pace, di non violenza, la vita è un bene che va custodito”.
Le parole del vicesegretario fanno eco a quelle pronunciate, nei giorni scorsi, dal presidente uscente della Ceb, mons. Ricardo Centellas, arcivescovo di Sucre: “Dobbiamo cercare al più presto spazi di dialogo e di accordo perché domani potrebbe essere troppo tardi”.

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