Cure palliative: Sicp, dal 18 novembre il XXVIII Congresso nazionale a Riccione. “Centrale il tema della rete all’interno della riforma del Ssn”

“Si cura meglio dove si fa rete” è il tema del XXVIII Congresso nazionale della Società italiana di cure palliative-Sicp, in programma dal 18 al 20 novembre a Riccione. Di fronte ai bisogni della popolazione fatti emergere dalla pandemia, occorre “garantire per i più fragili tutte le cure necessarie a casa o nei luoghi più idonei, attraverso modelli organizzativi che sappiamo rispondere alle crisi e ai cambiamenti, così come servono operatori sanitari che possano lavorare in condizioni tali da poter prendersi cura di chi sta male e soffre”, si legge in un comunicato. Secondo la Sicp è inoltre necessario “un approccio centrato sulla persona e non sulla malattia perché le malattie sono sola una parte dei problemi di salute delle persone; il resto è vulnerabilità sociale, familiare ed economica”. “Abbiamo bisogno di sentirci al sicuro, qui come altrove. E di ricevere cure buone e gratuite che ci rendano migliore la vita”, affermano ancora i promotori dell’evento.
Secondo la Sicp, “i bisogni di cure palliative riguardano circa l’1,4% della popolazione adulta europea, il 75% di tutti i morti per anno. Per quanto riguarda alcuni luoghi di cura, è stata anche definita una stima di prevalenza del bisogno di cure palliative, presente nel 40-65% delle persone assistite in strutture residenziali e del 40% dei malati ricoverati in ospedale”. Per quanto riguarda la popolazione pediatrica invece si stima in Italia siano circa 35mila ad averne bisogno, e ad oggi solo il 5% usufruisce dei diritti riconosciuti dalla legge 38/2010.
Centrale, si legge ancora nel comunicato, “il tema della rete all’interno della riforma che il nostro Servizio sanitario dovrà necessariamente attraversare”.
Le cure palliative “sono ormai un diritto, una disciplina, un livello essenziale di assistenza e una specializzazione medica; questo permetterà di incidere sulle politiche sanitarie, attraverso competenze solide e un’identità sempre più forte che faccia della multi-professionalità e della capacità di dialogo e di apertura, l’elemento centrale da cui ispirare il cambiamento, compreso il sostegno alla governance – concludono i promotori – che dovrà realizzare la transizione dei modelli organizzativi”.

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