Romania: calano i contagi, scuole parzialmente riaperte. Premier Citu ottimista, scettico l’esperto Chereches

Scuole riaperte, oggi, in Romania, dopo più di un mese di vacanze di Pasqua, e circa 1,9 milioni di alunni seguiranno i corsi in presenza, grazie al miglioramento della situazione pandemica. Si tratta dei bambini degli asili nido e delle classi primarie e di quelli nell’ultimo anno di ginnasio e di liceo. Il resto continuerà la didattica a distanza. Infatti, ieri si è registrato il più basso numero di casi attivi degli ultimi sette mesi (30.406). Non ci sono più distretti in zona rossa, un quarto sono in zona gialla. Sta diminuendo anche il numero delle persone contagiate e ricoverate nei reparti di terapia intensiva, però rimane costante il numero di decessi, tra 90-100 al giorno. Le autorità romene stanno organizzando nell’ultimo periodo varie campagne di vaccinazione, offrendo alle persone acceso libero alla vaccinazione, senza prenotazione. Ad oggi, oltre 2 milioni di persone hanno effettuato un ciclo completo di vaccino, cioè il 20% della popolazione, e più di 3,5 milioni hanno ricevuto la prima dose. Il primo ministro romeno Florin Cîțu ha stimato che se a giugno ci saranno 5 milioni di persone vaccinate, si deciderà la riapertura di ristoranti, hotel e teatri a capacità massima per le persone vaccinate. Inoltre, le autorità romene sperano di arrivare in autunno a 70% di popolazione adulta vaccinata e iniziare il prossimo anno scolastico in presenza, a tutti i livelli d’insegnamento.
Răzvan Cherecheș, docente di sanità pubblica presso l’Università Babeș-Bolyai di Cluj Napoca, è prudente dinanzi a queste aspettative ottimistiche. “In autunno ci sarà la quarta ondata della pandemia, più piccola della terza, ma il 70% di vaccinati sarà raggiunto probabilmente solo nella primavera dell’anno prossimo”, ha dichiarato in un’intervista rilasciata oggi al quotidiano romeno online HotNews. Inoltre, considera che gli alunni, in particolare i bambini piccoli, degli asili e delle primarie, “devono tornare in autunno a scuola a qualunque costo, indipendentemente dal numero di contagi”. La didattica a distanza e le vacanze prolungate non sono più giustificate, considera Cherecheș, sottolineando che con queste scelte le autorità romene hanno trasferito il peso e i costi sui genitori.

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