Incidenti sul lavoro: Inail, nel 2020 in calo del 14% nell’industria alimentare. Dovuto al Covid l’incremento dei casi mortali

Nell’industria alimentare nel quinquennio 2015-2019 l’andamento delle denunce è stato moderatamente crescente fino al 2019, quando si è registrato un calo del 2% rispetto all’anno precedente. I primi dati provvisori del 2020, segnato dalla pandemia, indicano una consistente flessione (-14%), con i casi denunciati che si fermano a circa 9mila. È quanto emerge dalla pubblicazione dei Dati Inail sull’“Andamento degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali ” diffusi oggi.
“Si tratta, però, di una flessione molto meno marcata, in termini percentuali, rispetto a tutti gli altri settori del comparto manifatturiero (-27%) che, a differenza dell’industria alimentare, hanno sofferto per le politiche di lockdown”, rileva l’Inail.
Nel quinquennio per cui sono disponibili informazioni consolidate, in media il 15% delle denunce ha riguardato infortuni “in itinere”, avvenuti cioè nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro, il 31% lavoratrici e il 40% la fascia di età 35-49 anni, seguita dagli under 35 (30%), dai 50-64enni (29%) e dagli over 64 (1%). Dal punto di vista territoriale il maggior numero di denunce (42%) è concentrato nel Nord-Est, seguito da Nord-Ovest (29%), Sud (13%), Centro (12%) e Isole (4%).
Per quanto riguarda i casi mortali, nel quinquennio 2015-2019 ne sono stati denunciati 108, in media 21-22 l’anno. Il dato ancora provvisorio del 2020 supera invece i 30 decessi, “un aumento – spiega l’Istat – interamente ascrivibile alla letalità della pandemia da Covid-19”. Negli anni precedenti circa un terzo delle morti denunciate è avvenuto in itinere e nel 90% dei casi ha riguardato uomini, con la fascia di età 50-64 più coinvolta (38%) rispetto a quelle 35-49 anni (31%) e under 35 (27%). Limitando l’analisi ai soli casi mortali occorsi “in occasione di lavoro”, quattro denunce su dieci hanno interessato lavoratori impegnati nella produzione di prodotti da forno e farinacei, con numeri significativi, anche se molto più bassi, nella lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi, in quella della carne e nell’industria lattiero-casearia.
Rispetto alle malattie professionali, quelle denunciate nel 2019 sono state 1.472, in aumento del 4% rispetto al 2018, che aveva fatto registrare un incremento analogo rispetto al 2017. Il dato provvisorio del 2020 si ferma invece a un migliaio di casi, “una brusca frenata – viene osservato – che trova ancora una volta una spiegazione nella pandemia da Covid-19 e nei conseguenti blocchi emergenziali che nel caso delle malattie professionali”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia