Pedofilia: Polizia postale, +77% reati online contro i minori e +213% minori autori di reati

(foto Polizia di Stato)

Nel giorno in cui si celebra Giornata nazionale della lotta alla pedofilia, il servizio Polizia postale e delle comunicazioni traccia un resoconto dell’attività sino ad ora svolta, caratterizzato nell’ultimo anno e mezzo anche dalla pandemia di coronavirus Covid-19 che ha modificato le abitudini in maniera di nuove tecnologie, anche per quanto riguarda bambini e ragazzi che grazie a queste hanno potuto seguire le attività scolastiche e curare i rapporti con gli amici a distanza. “Il bilancio che possiamo fare oggi non è purtroppo positivo: bambini sempre più piccoli sono vittime di varie forme di aggressione online tra cui l’adescamento su socialnetwork e app di gioco, adolescenti sempre più giovani si macchiano di reati di pedopornografia di solito imputati ad adulti, nessuna retrocessione del cyberbullismo e delle violenze online”, le parole di Nunzia Ciardi, direttore del Servizio polizia postale e delle comunicazioni, riportate sul sito istituzionale nel quale viene spiegato come nel 2020 ci sia stato un incremento del 77% di reati online in danno di bambini e ragazzi: pedopornografia, adescamento online e cyberbullismo ma anche estorsioni sessuali, revenge porn e truffe sono tra i tipi di aggressioni rivolte ai più piccoli in rete. Nel periodo del Covid-19 i casi di pedopornografia trattati dai poliziotti sono stati il 132% in più rispetto al periodo precedente e gli indagati sono aumentati del 90%. Anche il cyberbullismo, per noia, isolamento sociale, monotonia, registra un incremento del 96% coinvolgendo bambini sempre più piccoli. Nei primi mesi del 2021 sono 77 le denunce che riguardano bambini sotto i 13 anni, contro i 34 casi del primo quadrimestre del 2020. Un approccio sempre più precoce e massiccio alle nuove tecnologie, ai social, alla messaggistica ha fatto sì che aumentasse anche il numero di minori autori di reati online, con un incremento del 213%. Nel 91% dei casi sono maschi, accusati perlopiù di diffondere in rete immagini sessuali di ex fidanzate o immagini di abusi sessuali o insulti nei confronti di compagni o conoscenti.

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