Pedofilia: don Di Noto (Meter), “non possiamo più tollerare la violenza sui bambini. La responsabilità sia condivisa da tutti”

Chat in salita da 323 a 456 dal 2019 al 2020: sono alcuni dei dati riportati oggi da Meter onlus, in occasione della Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia. Denunciati alla Polizia postale Italiana, congiuntamente ad altre Polizie estere e agli stessi gestori dei servizi: 92 gruppi WhatsApp, 100 su Telegram e 262 su Facebook. Gruppi di pedofili intrattengono discussioni sul tema tramite Facebook e poi, sfruttando il collegamento con Whatsapp, scambiano il materiale su quest’ultimo per usufruire della tecnologia end-to-end che assicura la privacy dello scambio. I pedopornografi approfittano delle chat segrete di Telegram poiché consentono l’autodistruzione di video e messaggi impostando il tempo di visualizzazione concesso al destinatario del messaggio.
“Se diamo uno sguardo alle serie storiche, possiamo dire che dal 2002 a oggi Meter ha inviato 63.688 protocolli alle polizie di tutto il mondo, contenenti 189.252 link segnalati. Abbiamo seguito – grazie al nostro Centro ascolto – 1.832 casi e ricevuto 30.280 richieste telefoniche”, si legge in una nota diffusa oggi da Meter per la Giornata. Non è tutto: “In appena sei anni, tra il 2014 e il 2020, abbiamo denunciato 19.771.071 foto e 5.501.752 video. I mega-archivi denunciati sono 13.066 e le chat 1.214. Dobbiamo anche riferire che spesso Meter ha proceduto a effettuare segnalazioni grazie al form sul sito dell’Associazione, mediante il quale gli utenti, per 17.507 volte dal 2007 a oggi, hanno inviato indirizzi sospetti. Per quanto riguarda i social, dal 2008 ad oggi abbiamo inviato 8.661 segnalazioni alle polizie e per il deep web, la piaga della Rete più nascosta e sconosciuta, le segnalazioni sono state 47.539.
“Non possiamo più tollerare la violenza sui bambini e la responsabilità deve necessariamente essere condivisa da tutti – dichiara don Fortunato Di Noto, fondatore e presidente di Meter -. L’impegno non si limiti ad una celebrazione ma ad un vero e proprio percorso di prevenzione e informazione, partendo dalle agenzie educative, dalla scuola alle parrocchie, dai club sportivi alla famiglia”.

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