Ucraina: rimasti in 6 sotto la curia di Kharkiv, anche i due vescovi cattolico e ortodosso. “Pregate per noi. Dio farà il miracolo della pace”

(Foto Gregorio Semenkov)

Città di Kharkiv sotto bombardamenti

Sotto la curia di Kharkiv sono rimasti solo in sei. Tra loro ci sono anche il vescovo cattolico e il vescovo ortodosso della città. “Siamo rimasti – dice al Sir don Gregorio Semenkov, cancelliere della diocesi cattolica latina di Kharkiv e parroco della cattedrale – perché la gente ci dice: ‘Fin che voi siete qui, tutto andrà bene’. La nostra presenza dà speranza alla gente”. Ieri mattina, una bomba aveva colpito la curia della Chiesa cattolica di Kharkiv dove avevano trovato rifugio una quarantina di persone. Questa mattina invece un attacco missilistico russo ha colpito una sede della polizia che dista solo 200 metri dalla curia. Ma “la situazione è difficile, è terribile”. La comunicazione con don Gregorio è disturbatissima. “Siamo sotto terra, la città è ancora sotto bombardamenti”, racconta. “Siamo rimasti solo in 6 in curia. Sono andati via tutti. Le donne, i bambini, gli anziani li abbiamo fatti evacuare dalla città, perché qui era troppo pericoloso. Quando sono andati via, ho pianto perché la sofferenza più forte è quando non puoi aiutare le persone che ti chiedono aiuto, quando non puoi fare nulla per loro”. Le persone evacuate dalla curia di Kharkiv hanno lasciato la città in auto. Si può uscire, a patto di rispettare il coprifuoco. “Tanta gente ci sta chiamando, ci chiedono aiuto, ci chiedono soprattutto di portare le donne e i bambini alla stazione ferroviaria per poter prendere un treno e andare via”. Il sindaco ha organizzato treni aggiuntivi per l’evacuazione. “Siamo distrutti ma almeno per il momento abbiamo cibo, acqua e luce”. Oggi, la Chiesa, in comunione con Papa Francesco, sta vivendo una Giornata di preghiera e digiuno per la pace. “Pregate per noi. Dio farà il miracolo della pace”, dice don Gregorio. “Non più la guerra perché la guerra distrugge. Fate il possibile perché cessino al più presto le armi”.

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