Sanità: Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza, “gli anziani meritano una riforma ambiziosa”

“Siamo all’avvio dell’iter della riforma sulla non autosufficienza, i cui primi atti consisteranno nella presentazione del disegno di legge delega da parte del Governo e nella sua successiva discussione in Parlamento. Occorre fare presto ed unire le forze con l’obiettivo di arrivare ad una riforma, attesa da oltre 20 anni, che sia all’altezza delle esigenze dei 3,8 milioni di anziani non autosufficienti e delle loro famiglie”: è quanto affermano le circa 50 organizzazioni del “Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza” che hanno elaborato un’articolata proposta finalizzata ad arricchire il disegno di legge delega a cui sta lavorando il Governo.
La proposta verte intorno a cinque messaggi fondamentali: arrivare ad una riforma ambiziosa; superare la frammentazione delle misure e dei servizi; dare risposte diverse ai diversi bisogni; puntare a percorsi di assistenza semplici ed unitari; conseguire la tutela pubblica della non autosufficienza.
Il cuore di quanto proposto dal Patto “è l’istituzione di un Sistema nazionale di assistenza agli anziani non autosufficienti che, attraverso uno stretto coordinamento fra Stato, Regioni e Comuni, definisca un percorso unico e chiaro ed integri le prestazioni sanitarie e quelle sociali a favore dei quasi 4 milioni di anziani non autosufficienti e delle loro famiglie”.
Nello stesso tempo “la riforma punta a promuovere soprattutto la permanenza degli anziani al proprio domicilio, garantendo agli stessi e alle famiglie le prestazioni sociali e sanitarie di cui necessitano in un’ottica integrata, riconoscendo la funzione di cura del caregiver familiare e tutelandone il benessere psicosociale”.
Inoltre, la riforma “propone una nuova governance delle politiche per la non autosufficienza, affidata al Sistema nazionale assistenza anziani (Sna), che punti a costruire una filiera di risposte, che siano differenziate e complementari tra loro: servizi residenziali, semiresidenziali, domiciliari, trasferimenti monetari, adattamenti delle abitazioni, sostegni ai caregiver familiari e alle assistenti familiari (badanti). È necessario semplificare l’accesso degli anziani all’assistenza pubblica ed evitare che le famiglie debbano – come oggi accade – peregrinare tra una varietà di sportelli, luoghi e sedi”.
Da questo punto di vista, afferma Antonio Russo, vice presidente nazionale Acli, “apprezziamo in modo particolare l’idea di mettere al centro i Punti unici di accesso (Pua) per rimuovere ogni ostacolo che impedisce la presa in cura. I Pua saranno collocati nelle Case di Comunità, previste dal Pnrr. Si tratta di luoghi fisici, dove l’integrazione tra il sociale e il sanitario sarà tangibile e dove i cittadini saranno parte del processo di cura e non semplici consumatori di salute. Bene anche l’idea di prevedere una Prestazione universale per la non autosufficienza, un contributo economico che assorbe l’indennità di accompagnamento e al quale si accede in base e esclusivamente al bisogno di cura (universalismo), che sarà fruibile anche sottoforma di servizi, dando diritto a un importo superiore quale forma di incentivo. Ciò costituisce sicuramente un passo in avanti verso un sistema meno liquido, vero punto di debolezza del sistema italiano”.

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