Ucraina: mons. Pellegrini (Concordia-Pordenone), “imploriamo la pace ad una sola voce, una supplica più forte del frastuono di missili e fucili”

“L’uomo ha rialzato le armi contro l’uomo, innescando un vortice di violenza che tante persone hanno subito manifestato di non volere. Sono espressione della gente comune: quella che lavora, che torna la sera in famiglia, che cresce figli e accompagna gli ultimi giorni dei propri cari”. Così mons. Giuseppe Pellegrini, vescovo di Concordia-Pordenone, nell’editoriale del settimanale diocesano “Il Popolo di Pordenone”. “Abbiamo visto opporsi al male della guerra cori che, in lingue diverse e da paesi vicini e anche lontani, hanno pronunciato la stessa parola: pace. È un segno di speranza molto forte – afferma il presule -. Dobbiamo pronunciarla in molti affinché forte si alzi sopra il frastuono degli aerei, dei missili, dei carri armati e dei fucili; affinché consoli chi ora è nel pianto. C’è in tutto questo movimento un seme buono di fratellanza e di umana vicinanza a chi tanto sta soffrendo”.
Anche “in molte chiese si sono levate e si intrecciano suppliche al Dio della pace, perché si fermi l’uomo che uccide l’uomo. C’è fede e c’è speranza in ogni affidamento. Resta salda la convinzione che l’uomo è fatto per la pace”. Nel richiamare i moniti (inascoltati) alla pace di Pio XII alla vigilia della seconda guerra mondiale, di Giovanni Paolo II alla vigilia della seconda guerra in Iraq, di Papa Francesco all’udienza di mercoledì 23 febbraio, lanciando per oggi una giornata di digiuno e preghiera per la pace, “poche ore dopo – osserva – l’attacco russo all’Ucraina era realtà. Al suo appello aderiamo ora noi tutti, convintamente. Sono giorni di grande trepidazione: mentre attendiamo la fine del conflitto, confidando in accordi tanto difficili, l’angoscia regna anche nei nostri cuori”. “Ci conforti la preghiera che, uniti, pronunciamo implorando la pace – conclude -. Una preghiera solidale che ci veda fratelli e sorelle chiedere ad una sola voce: pace. Perché tanti sono i signori della guerra, ma Uno è il Signore della pace: che la supplica a lui sia sincera, accorata, unanime. Pace”.

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