Papa Francesco: udienza, serve “sostegno reciproco tra la generazioni per decifrare gli enigmi della vita”

foto SIR/Marco Calvarese

“Ogni passaggio d’epoca, nella storia umana, ci ripropone questa sensazione: è come se dovessimo riprendere da capo e con calma le nostre domande sul senso della vita, quando lo scenario della condizione umana appare affollato di esperienze nuove e di interrogativi inediti”. Lo ha detto il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, dedicata alla longevità, in cui dall’Aula Paolo VI ha fatto notare che “l’accumulo della memoria culturale accresce la dimestichezza necessaria ad affrontare i passaggi inediti. I tempi della trasmissione si riducono; ma i tempi dell’assimilazione chiedono sempre pazienza”. “Nel racconto biblico delle genealogie dei progenitori colpisce subito la loro enorme longevità: si parla di secoli!”, ha esordito Francesco, che si è chiesto: “Quando incomincia, qui, la vecchiaia? E che cosa significa il fatto che questi antichi padri vivono così a lungo dopo aver generato i figli? Padri e figli vivono insieme, per secoli!”. “Questa cadenza secolare dei tempi, narrata con stile rituale, conferisce al rapporto fra longevità e genealogia un significato simbolico forte, molto forte”, la tesi del Papa: “È come se la trasmissione della vita umana, così nuova nell’universo creato, chiedesse una lenta e prolungata iniziazione. Tutto è nuovo, agli inizi della storia di una creatura che è spirito e vita, coscienza e libertà, sensibilità e responsabilità. La nuova vita – cioè la vita umana –, immersa nella tensione fra la sua origine a immagine e somiglianza di Dio e la fragilità della sua condizione mortale, rappresenta una novità tutta da scoprire. E chiede un lungo tempo di iniziazione, in cui è indispensabile il sostegno reciproco tra le generazioni, per decifrare le esperienze e confrontarsi con gli enigmi della vita. In questo lungo tempo, lentamente, viene coltivata anche la qualità spirituale dell’uomo”.

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