Formazione: Facoltà Auxilium, inaugurato il 68° anno accademico. Il contributo dell’educazione al futuro sostenibile

(Foto: Facoltà Auxilium)

“La storia parlerà di noi perché siamo l’ultima generazione che può salvare il mondo, evitando che si inneschino meccanismi lineari di non ritorno”. Con la prolusione di Enrico Giovannini, professore di Statistica economica e Sviluppo sostenibile all’Università di Roma Tor Vergata, oggi si è inaugurato il 68° anno accademico della Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium” di Roma. Negli ultimi settant’anni, ha ricordato Giovannini, “il mondo ha conosciuto una crescita senza precedenti nella storia dell’umanità: popolazione, commercio, tecnologie, dispositivi, trasporti, telecomunicazioni, ma anche incremento di gas alteranti, uso di materiali inquinanti, innalzamento degli oceani e delle temperature, surriscaldamento del clima, diseguaglianze sociali…”. Per evitare il collasso ha proposto “un progresso difficile. Sta alla nostra ragione e al nostro senso di responsabilità evitare di essere trascinati in una notte da noi stessi creata che potrebbe essere senza ritorno”. Un futuro aperto, in cui l’educazione gioca un ruolo fondamentale, dove sono indispensabili per attuare il cambiamento “l’innovazione tecnologica; una governance efficace, in grado di orientare verso la sostenibilità le decisioni delle imprese, dei governi e delle società; un profondo cambio di mentalità, che modifichi le priorità e ponga equità e sostenibilità al centro dei comportamenti individuali e sociali”. A chi educa, la consegna finale: “La sostenibilità richiede un cambiamento profondissimo di mentalità, di vedere le cose e noi stessi. Il futuro dipende da ciò che facciamo oggi e faremo domani; dai nostri pensieri e dai nostri desideri, dalle speranze e dai timori, da come vediamo il mondo e lo valutiamo. Voi che educate avete una straordinaria possibilità di orientare queste visioni, queste possibilità e queste azioni perché vi sia sviluppo sostenibile e cittadinanza globale”.
La preside della Facoltà Piera Ruffinatto ha individuato “nel paradigma della cura la scelta più opportuna per garantire all’educazione il suo potere trasformante, preventivo e inclusivo”. È un “modello orientatore della realtà e della civilizzazione del mondo”. Una scelta che impegna la Facoltà a “continuare ad offrire il suo contributo nello studio e nella ricerca sul sistema preventivo, valorizzando l’apporto delle scienze dell’educazione perché possa sprigionare le molte virtualità pedagogiche inesplorate ed essere risposta efficace ai bisogni formativi delle nuove generazioni”.
Studio e ricerca per individuare soluzioni che, secondo madre Chiara Cazzuola, superiora generale dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice e gran cancelliere della Facoltà, “permettano uno sviluppo economico saggio e integrale, tenendo contemporaneamente alta l’attenzione sulla salvaguardia dell’ambiente, l’ascolto della terra e dei poveri”. Una chiamata “ad educare alla responsabilità e a respingere qualsiasi forma di indifferenza e disimpegno”.
L’atto accademico si è aperto con la celebrazione eucaristica presieduta dal card. Marc Ouellet, prefetto del Dicastero per i vescovi. “Accendere fuochi più che riempire contenitori è il fine dell’educazione nella prospettiva della fede cristiana. È restituire all’uomo quella natura ardente che gli spetta di diritto”, ha affermato.

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