Bolivia: Mons. Pesoa (presidente), “si sta tentando di imporre un progetto di Paese che è solo di alcuni”

“Nella società boliviana si sta tentando di imporre un progetto Paese che è progetto di alcuni, ma non rappresenta l’intero popolo boliviano”. Lo ha affermato il presidente della Conferenza episcopale boliviana, mons. Aurelio Pesoa Ribera, vescovo del vicariato apostolico del Beni, durante il suo discorso inaugurale al CXI Assemblea dei vescovi della Bolivia, che è iniziata ieri e si concluderà il 15 novembre, nella casa Cardenal Maurer, a Cochabamba.
Dall’Assemblea dei vescovi, arriva dunque un nuovo appello “a stabilire atteggiamenti di dialogo e di confronto”, mentre prosegue lo sciopero a oltranza convocato a Santa Cruz de la Sierra, contro la decisione del Governo di posticipare il censimento generale al 2024.Negli ultimi giorni ci sono stati dei tentativi, al momento non concretizzati, di estendere l’agitazione anche ad altri centri del Paese.
“Abbiamo bisogno che venga costruito il bene comune, abbiamo bisogno di una Bolivia di tutti e per tutti, in progresso, giustizia e con un vero spirito democratico”, ha affermato mons. Pesoa, il quale ha però fatto notare che attualmente lo stato di diritto nel Paese, che è la garanzia che la legge è al servizio di tutti e viene applicata in modo imparziale, non garantisce i diritti fondamentali di tutti, ma è “una legge al servizio degli interessi di alcuni, che si impone con parzialità rispetto a chi è indifeso”.
Al tempo stesso, ha denunciato che sembra che la logica del confronto sia promossa contro la logica della ricerca del bene comune, del dialogo fraterno e della convivenza tra tutti. “Una logica di confronto potrebbe creare risentimento in varie regioni del Paese, che suscitano odio e non gettano le basi necessarie per la pace e il progresso di cui abbiamo tanto bisogno”, ha assicurato.
All’Assemblea ha portato il suo saluto anche il nunzio, apostolico in Bolivia, mons. Angelo Accattino, il quale ha fatto notare che le urgenze nazionali si sommano a quelle di carattere internazionale, rispetto alle quali “l’umanità insiste a farsi del male a ogni livello”.

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