Hong Kong: card. Zen e attivisti davanti al tribunale di West Kowloon. Nota della diocesi, “seguiremo da vicino lo sviluppo dell’incidente. Card. Zen è sempre nelle nostre preghiere”

(Foto diocesi Hong Kong)

La diocesi di Hong Kong “seguirà da vicino lo sviluppo dell’incidente. Il card. Zen è sempre nelle nostre preghiere e invitiamo tutti a pregare per la Chiesa!”. Con queste parole un comunicato diffuso oggi dalla diocesi di Hong Kong dà la notizia che questa mattina il cardinale, vescovo emerito di Hong Kong, “è comparso oggi (24 maggio) davanti al tribunale di West Kowloon per rispondere dell’accusa di non aver registrato un fondo” e che “il cardinale si è dichiarato non colpevole”.  Questa mattina per la prima volta dal loro arresto da parte della polizia di sicurezza nazionale due settimane fa, il vescovo emerito di Hong Kong e altri cinque attivisti sono comparsi davanti al tribunale di West Kowloon ed hanno tutti negato le accuse di non aver registrato il fondo “612 Humanitarian Relief Fund”. L’avvocato difensore ha affermato che i sei contestano l’obbligo della registrazione, aggiungendo che l’organizzazione ha operato in modo “molto aperto”. Il processo comunque inizierà il 19 settembre e si svolgerà nell’arco di cinque giorni. Era il 12 maggio scorso quando il card. Joseph Zen Ze-kiun fu arrestato e rilasciato dopo alcune ore su cauzione dalla stazione di polizia di Chai Wan. Era stato arrestato per “collusione con forze straniere” nell’ambito della gestione del “612 Humanitarian Relief Fund”, un fondo che ha aiutato i manifestanti arrestati durante le proteste pro-democrazia e anti-Cina nel 2019 a pagare le spese legali e mediche. Il cardinale era stato fermato insieme ad altre quattro persone: l’avvocatessa Margaret Ng, 74 anni; l’attivista e cantante pop Denise Ho; la militante Cyd Ho; e l’ex accademico Hui Po-keung. Cyd Ho era già in prigione per aver partecipato a una manifestazione non autorizzata. Subito dopo il suo rilascio, la diocesi di Hong Kong aveva diffuso una nota in cui manifestava  preoccupazione  “per la condizione e la sicurezza del card. Joseph Zen”. “Abbiamo sempre sostenuto lo stato di diritto”, si leggeva nella nota. “Confidiamo che in futuro continueremo a godere della libertà religiosa a Hong Kong ai sensi della Basic Law. Esortiamo la polizia di Hong Kong e le autorità giudiziarie a trattare il caso del card. Zen secondo giustizia, tenendo conto della nostra concreta situazione umana. Come cristiani, siamo fermamente convinti che ‘Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla’ (Sal 23:1)”.

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