Francia: insediato ieri il nuovo arcivescovo di Parigi. Mons. Ulrich, “prestare attenzione ai dolori di questa epoca, significa aprire il mondo al futuro”

“Mi rivolgo particolarmente al popolo di Parigi, ai cattolici, ai cristiani e agli altri credenti, a tutti coloro che vogliono semplicemente nutrire insieme una speranza in questi tempi di desolazione: prestare attenzione ai dolori e alle sofferenze di un’epoca significa guardare il mondo così com’è e aprirlo a un futuro”. Con queste parole mons. Laurent Ulrich si è rivolto alla città di Parigi ieri pomeriggio nella messa che lo ha visto insediarsi come 142° arcivescovo della città. Il Papa lo ha scelto dopo le dimissioni dell’arcivescovo Michel Aupetit, dimessosi nel novembre 2021 in seguito ad un presunto scandalo sentimentale che il presule ha sempre smentito. Al posto di Aupetit, Francesco aveva chiamato agli inizi di dicembre 2021 come amministratore apostolico mons. Georges Pontier, arcivescovo emerito di Marsiglia. Poi il 26 aprile scorso, è arrivata la notizia che il Santo Padre aveva nominato arcivescovo metropolita di Parigi mons. Laurent Ulrich, finora arcivescovo metropolita di Lille. Dopo aver presieduto i vespri sul piazzale di Notre-Dame, mons. Ulrich ha la messa nella chiesa di Saint-Sulpice, davanti a circa 2.000 persone, tra cui una quarantina di vescovi e molte personalità. Tra questi, il card. André Vingt-Trois, successore del card. Lustiger e predecessore di mons. Aupetit alla guida della diocesi di Parigi (2005-2018), indebolito dalla sindrome di Guillain-Barré ma che voleva esserci. Erano presenti anche il ministro dell’Interno Gérald Darmanin, il sindaco di Parigi Anne Hidalgo, il presidente della regione Île-de-France Valérie Pécresse, il rettore della Grande Moschea di Parigi Chems-Eddine Hafiz, il presidente della Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa (Ciase) Jean-Marc Sauvé. “In questo preciso momento – ha detto l’arcivescovo – siamo nella gioia perché il Signore attraverso il ministero di Papa Francesco ha dato un pastore alla Chiesa che è a Parigi, ma non dimentichiamo il dolore di coloro che nel mondo affrontano il dolore della guerra e del terrorismo. Preghiamo in comunione con loro e per loro. Alcuni di questi fratelli sono rappresentati tra noi questa sera; senza dimenticare il dolore di te, diocesi di Parigi, segnata dall’improvvisa partenza del mio predecessore mons. Michel Aupetit al quale esprimo la mia stima e la mia amicizia; senza dimenticare ancora che se siamo in questa chiesa è perché la nostra cattedrale di Notre-Dame è stata gravemente ferita tre anni fa, creando un’intensa emozione a Parigi, in Francia e nel mondo, saluto tutti i parigini che hanno sentito questa ferita con tristezza infinita, ma anche con l’immenso orgoglio di sapere che sono stati misteriosamente e universalmente supportati”. L’arcivescovo ha quindi delineato le linee pastorali che dovranno caratterizzare la vita della Chiesa in città: “Sviluppare uno spirito missionario e uno spirito collaborativo”, “seguendo le grandi intuizioni del card. Lustiger, mantenute e sviluppate dal card. Vingt-Trois e da mons. Aupetit”. “Significa – ha spiegato mons. Ulrich – continuare a suscitare vocazioni al servizio del Vangelo; significa perseguire l’opera caritativa e solidale con i più precari, che tanto contraddistingue le parrocchie; significa mescolarsi a conversazioni e dibattiti; significa continuare ad ascoltare il grido delle vittime degli abusi e rimediare come ci siamo già impegnati a fare per ripristinare una fiducia che farà bene a tutti; significa partecipare a forum e invitare artisti, ascoltare le aspirazioni della nostra società anche quando ci sorprendono e ci preoccupano, ascoltare i più giovani che ci stanno già dicendo cosa sarà… Questo non è un programma, è un atteggiamento che ci cambia e ci trasforma, che ci rende testimoni del Cristo vivente nel mondo in cui noi stessi viviamo”.

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