Guerra in Ucraina: card. Bassetti, “guerra tanto inattesa quanto brutale e ingiustificabile”

“Negli ultimi mesi e anche negli ultimi giorni della mia Presidenza non sono mancati eventi drammatici, che hanno segnato la vita di tutti noi”. Lo ha detto il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, tracciando un bilancio del suo quinquennio di presidenza, che si conclude con l’Assemblea generale in corso a Roma fino al 27 maggio. “Penso al Covid-19, che mi ha colpito per ben due volte”, ha affermato il cardinale nella sua introduzione ai lavori. “La pandemia, con le sue drammatiche ripercussioni che si faranno sentire ancora a lungo, ha fatto sì comunque che l’intera umanità abbia percepito di essere di fatto una grande famiglia, formata da soggetti il cui destino è legato a quello degli altri”, l’analisi del cardinale: “Da oltre tre mesi, poi, siamo raggiunti e scossi dalle notizie di una guerra tanto inattesa quanto
brutale e ingiustificabile, che ha luogo nel territorio della Repubblica di Ucraina”. “Oltre a sostenere le doverose vie diplomatiche, più volte il Papa ha pronunciato parole accorate per fermare gli orrori della guerra”, ha fatto notare Bassetti, citando le parole pronunciate da Francesco durante l’Angelus del 27 marzo scorso: “La guerra non può essere qualcosa di inevitabile: non dobbiamo abituarci alla guerra! Dobbiamo invece convertire lo sdegno di oggi nell’impegno di domani. Di fronte al pericolo di autodistruggersi, l’umanità comprenda che è giunto il momento di abolire la guerra, di cancellarla dalla storia dell’uomo prima che sia lei a cancellare l’uomo dalla storia”. “Mentre la Chiesa che è in Italia si trova fortemente impegnata per alleviare le sofferenze della popolazione ucraina e dei rifugiati, soprattutto grazie al prezioso lavoro di Caritas Italiana – l’appello del presidente della Cei – non possiamo non continuare a chiedere pressantemente, insieme a tante associazioni, movimenti e aggregazioni laicali, che le armi vengano deposte e che si apra una nuova stagione di riconciliazione, di giustizia e di pace”. “Gli incontri del Mediterraneo Frontiera di pace, che si sono svolti a Bari nel 2020 e a Firenze lo scorso febbraio, andavano proprio in questa direzione”, ha sottolineato Bassetti, secondo il quale “il testo della Carta, firmato a conclusione dell’evento nel capoluogo toscano, ha espresso il forte desiderio di comunione e di pace, che emerge da tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo”.

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