Perù: Amnesty International, inviata una “squadra di risposta alla crisi”. Boluarte propone di anticipare le elezioni a ottobre 2023

Dopo aver monitorato da vicino la situazione in Perù, Amnesty International ha inviato nel Paese una “squadra di risposta alla crisi” per indagare su gravi violazioni dei diritti umani e possibili crimini di diritto internazionale commessi nel contesto dell’ondata di proteste iniziata lo scorso dicembre.
“Il mondo ha gli occhi puntati sul Perù. Data la gravità delle accuse di violazione dei diritti umani che stiamo ricevendo – ha dichiarato Erika Guevara Rosas, direttrice per le Americhe di Amnesty International – abbiamo dispiegato la nostra squadra specializzata di risposta alle crisi continentali, che viene impiegata solo in situazioni di estrema gravità, quando ci sono indicazioni di possibili crimini secondo il diritto internazionale. Il nostro team indagherà sulle violazioni dei diritti umani, con l’intenzione di contribuire agli sforzi delle organizzazioni peruviane per identificare le presunte responsabilità penali delle autorità, anche ai più alti livelli”.
Secondo i dati ufficiali, almeno 46 manifestanti e un agente di polizia sono morti durante la repressione delle proteste e altre nove persone hanno perso la vita in eventi legati alla crisi sociale del Paese (altre statistiche arrivano a 65 morti). Prosegue, nel frattempo, il dibattito politico su un ulteriore anticipo della data delle elezioni. La presidente Dina Boluarte ha presentato al Congresso una proposta di legge che anticipa le presidenziali e le legislative a ottobre 2023. Sarà ora l’assemblea a pronunciarsi. Negli ultimi giorni le maggiori arterie del Paese sono state liberate dai blocchi e le aziende di trasporto hanno ripreso la propria attività.

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