Diocesi: Trento, domani camminata ecumenica proposta dal Consiglio di Chiese

È in programma per domani, venerdì 3 febbraio, a Trento, una camminata ecumenica proposta dal Consiglio di Chiese cristiane. L’appuntamento è per le 17.30 nella chiesa di San Marco da dove si partirà per per giungere in duomo. La camminata – viene spiegato in un comunicato – vedrà la presenza dell’arcivescovo di Trento Lauro Tisi e dei rappresentanti delle altre Chiese facenti capo, insieme alla Chiesa cattolica, al Consiglio di Chiese cristiane nato a Trento un anno fa: Chiesa ortodossa romena, Chiesa ortodossa russa, Chiesa valdese, Foursquare Gospel Italia, Pakistan-Hindu Christian Community, Comunità evangelica luterana, Chiesa cristiana avventista del Settimo Giorno.
L’iniziativa si inserisce nel solco della recente Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio). I rappresentanti delle diverse Chiese cristiane presenti in Regione cammineranno e rifletteranno insieme partendo dal testo del profeta Isaia (1,12-18), che si riassume nella forte provocazione di Dio al suo popolo: Imparate a fare il bene, ricercate la giustizia.
Le tappe del percorso ecumenico saranno vissute in prossimità di alcuni punti significativi del centro, cercando di collegare l’attualità alla storia della comunità cittadina: dalla chiesa di San Marco ci si porterà alla chiesa di San Pietro, quindi palazzo Salvadori (col medaglione del Simonino), palazzo Galassi, la chiesa di San Francesco Saverio, palazzo Thun, la fontana del Nettuno, il portico dei Leoni in piazza Duomo.
Secondo don Cristiano Bettega, animatore del Consiglio di Chiese cristiane, “camminare per le vie del centro città significa che come cristiani di tutte le chiese siamo chiamati ad essere testimoni, a dare conto della nostra fede non dentro le mura degli edifici di culto, ma sulle strade del mondo”.
Anche se la Settimana per l’unità dei cristiani è terminata il 25 gennaio, “cammineremo insieme – spiega don Bettega – per ricordarci che di unità tra i cristiani si può, e si deve, parlare sempre. A maggior ragione immersi in una guerra senza fine, nel cuore del Vecchio Continente di cui – conclude il sacerdote – continuiamo ad evocare le comuni radici cristiane”.

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