Elezioni regionali: Aris e Uneba Lombardia, “le strutture sanitarie e sociosanitarie non possono permettersi un sistema a costi crescenti”

“La riforma del Terzo Settore ha disegnato un ruolo specifico per gli Ets e le imprese sociali nell’ambito del rapporto pubblico privato, ma troppo spesso questa normativa viene considerata limitata a piccole realtà costituite su base volontaristica”. Lo evidenziano Aris Lombardia e Uneba Lombardia, che in vista delle prossime elezioni, propongono ai candidati alla Regione Lombardia una serie di otto quesiti che in realtà sono delle proposte per migliorare i rapporti tra ospedali religiosi e Rsa con la Regione.
Quanto ai bilanci, le due organizzazioni mettono in evidenza che “le strutture sanitarie e sociosanitarie non possono permettersi un sistema a costi crescenti, tariffe bloccate e inflazione in doppia cifra”.
Infine, il tema della carenza di personale, infermieristico e non. Ecco le proposte: “Superare il vincolo di esclusività che oggi lega l’infermiere professionale nel rapporto di lavoro con il servizio sanitario pubblico, garantendo così supporto infermieristico alle strutture residenziali territoriali da parte delle Aziende sanitarie; finanziare corsi Asa/Oss e Ossfc che oggi sono a totale carico delle strutture o degli iscritti, per assolvere parzialmente a compiti infermieristici, riducendo il fabbisogno di personale; prorogare di un ulteriore anno (fino al 31 dicembre 2024), non solo per il personale infermieristico, la scadenza per l’esercizio temporaneo della professione per il personale sanitario di cui all’art. 13 del dl 17 marzo 2020 n.18 e contemporaneamente prevedere una sanatoria per il personale che ha esercitato in questi anni (i tempi di riconoscimento del titolo da parte del Ministero hanno raggiunto e superato i 10 mesi); promuovere percorsi di reclutamento di personale sanitario e assistenziale dall’estero, semplificandone contestualmente l’iter burocratico e le tempistiche di riconoscimento; favorire percorsi di incentivazione per ‘distacchi’ o ‘comandi’ dall’azienda sanitaria ospedaliera verso le strutture socio sanitarie territoriali; dare risalto al ruolo della professione infermieristica nelle Rsa a partire dalle scuole e dalle Università; incentivare l’investimento nella formazione e nell’aggiornamento delle competenze specialistiche per gli infermieri già impegnati all’interno delle strutture”.

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