Ambiente: card. Parolin, “agire affinché si affermi la cultura della cura”

“Tutto quello che è stato creato va riconosciuto, curato e tutelato, valorizzato e coltivato”. Lo ha detto il cardinale segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, intervenendo in diretta al secondo Meeting sulla Bellezza del Creato, promosso ad Assisi dalla Fondazione Sorella Natura. “Da parte sua, la Santa Sede è continuamente impegnata attraverso diverse iniziative a diversi livelli per concretizzare queste importanti azioni, non solo di rispetto, ma soprattutto di amore nei confronti del Creatore”, ha ricordato il cardinale citando, tra i passi più recenti compiuti, l’adesione alla Convenzione-Quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e all’Accordo di Parigi da parte della Santa Sede, in nome e per conto dello Stato della Città del Vaticano, entrambi entrati in vigore il 4 ottobre 2022, il giorno dedicato a San Francesco. “Oltre agli impegni già precedentemente portati avanti, la partecipazione della Santa Sede a questa Convenzione rappresenta un tassello significativo per la cura della nostra Casa comune, anche a livello multilaterale, per condividere e rafforzare l’impegno internazionale volto a fronteggiare il cambiamento climatico, un problema serio da affrontare ora e in futuro, insieme, nella consapevolezza che o si vince insieme o si perde insieme”, ha commentato Parolin, che ha spiegato: “Si tratta di una sfida complessa, come mostrano gli esiti della recente Cop27 svoltasi a Sharm el-Sheikh, che richiede il coinvolgimento di tutti nell’agire con un chiaro orientamento animato da un senso di urgenza, responsabilità e solidarietà”. “È urgente agire affinché si affermi una nuova cultura, la cultura della cura, la cura del creato, del nostro prossimo, vicino e lontano nello spazio e nel tempo, di noi stessi, della società e nei confronti del Creatore”, l’appello del cardinale sulla scorta della Laudato si’ di Papa Francesco: “Questo cambiamento di relazione con l’ambiente non è solo necessario, ma indispensabile per superare la cultura dello scarto, attualmente predominante; un cambiamento, che oggi è essenziale, e che passa attraverso l’azione di ciascuno di noi, a cui deve però seguire un’azione comune”. Per Parolin, infatti, “la conversione individuale deve essere accompagnata da una conversione comunitaria, attuando un dialogo a livello internazionale che promuova un reale sviluppo umano integrale e sostenibile e favorisca un’educazione all’ecologia integrale”.  “La bellezza che abbiamo intorno svanirà se non ce ne prendiamo cura, privandone così i giovani di oggi e di domani, i quali non potrebbero mai vederla”, l’appello finale.

 

 

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