Giovanni XXIII: oggi il 60° della morte, in un libro il ricordo di “Roncalli in Calabria”

Giovanni XXIII, il “Papa buono” muore la sera del 3 giugno 1963, sessanta anni fa. “Il segreto del mio sacerdozio sta nel Crocifisso che volli porre di fronte al mio letto, Egli mi guarda e io gli parlo. […] Quelle braccia allargate dicono che Egli è morto per tutti; nessuno è respinto dal suo amore, dal suo perdono. Ut unum sint!”, ha confidato due giorni prima al suo confessore. Roncalli viene sepolto prima nelle grotte vaticane e successivamente nella basilica di San Pietro.
Nel suo percorso di giovane sacerdote, prima di essere vescovo, cardinale e Papa, Angelo Giuseppe Roncalli ha guidato, come presidente, il Consiglio centrale per l’Italia della Pontificia Opera della Propagazione della Fede per sensibilizzare e ravvivare l’attenzione all’ideale e alle attività missionarie della Chiesa. In questa veste visita diverse città italiane. Tra queste anche diocesi e città calabresi ed ha modo di conoscere le molteplici sfaccettature.
Quel viaggio è raccontato oggi nel volume “Roncalli in Calabria”, edito da Tau e scritto dal giornalista Raffaele Iaria, che pubblica pagine del diario del giovane Roncalli, lettere e anche testimonianze di alcuni vescovi calabresi che hanno incontrato Roncalli da Papa e parlato di quel viaggio. L’ultima visita nella regione la fa al santuario di San Francesco di Paola, il 29 novembre 1922. Il viaggio nella regione era iniziato il 3 novembre di quell’anno da Nicastro, poi Pizzo, Monteleone, Tropea, dove con il vescovo Felice Cribellati tra l’altro visita la nuova tipografia della diocesi al lumicino di una candela. E poi Nicotera, Gioia Tauro, fino a Reggio Calabria, che a distanza di 14 anni dal 1908 mostra ancora i baraccati del terremoto che aveva causato morti, feriti, chiese distrutte. E ancora Catanzaro, Squillace, Cariati, Rossano, Cassano, San Marco Argentano, Cosenza fino a Paola. “È stata l’occasione – dice l’autore del libro, Raffaele Iaria – per conoscere la Calabria e per incontri con tante persone ‘buone e generose’ dalle quali ha ricevuto anche tanti conforti spirituali che non dimenticherà…”. Ma anche la Calabria non dimentica: sono tante le targhe e le lapidi in vari posti della regione che ricordano quella visita e che sono citate nel volume.

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