Diocesi: Acireale, grazie ai fondi dell’8xmille ricostruita la parrocchia Maria Vergine a Santa Venerina, distrutta dal sisma del 2018

La comunità di Maria Vergine a Santa Venerina, nella diocesi di Acireale, ritrova la sua chiesa. L’edificio era stato ferito e reso inagibile dal sisma del 2018 che aveva costretto la comunità a cercare una soluzione tampone utilizzando un salone per il culto e le attività pastorali. Terminati i lavori di consolidamento e recupero del prospetto, seguiti dall’architetto Raffaello Di Mauro, la comunità ha riavuto finalmente lo spazio di preghiera e di ritrovo. La diocesi informa che per l’intervento di messa in sicurezza dell’edificio di culto sono stati stanziati circa 120mila euro, finanziati per l’80% dalla Conferenza episcopale italiana con il contributo 8×1000 alla Chiesa cattolica e il restante 20% dalla parrocchia, attraverso una raccolta fondi. I lavori sono stati consegnati nell’agosto del 2021 e la comunità, venerdì 2 giugno, si è riappropriata di questo luogo simbolo con la celebrazione eucaristica officiata dal vescovo di Acireale, mons. Antonino Raspanti: “In questa Eucaristia chiediamo al Signore di essere Chiesa, pietre vive, comunità autentica e testimone di Gesù. È Dio che ci ha donato la forza e le capacità per far sì che il nostro tempio potesse ritornare a splendere”. Il parroco, don Andrea Sciacca, dopo aver ringraziato tutti coloro che si sono impegnati per la riapertura della chiesa, così dichiara: “È stata un’esperienza unica ed una sfida importante. Ci siamo impegnati tanto e non ci siamo mai disuniti. Oggi è una grande giornata per i fedeli e per il territorio, adesso possiamo ritrovarci insieme. Viene restituito a noi uno spazio nel quale celebrare di nuovo la liturgia”. Anche il neoeletto sindaco Santo Raciti al suo primo impegno ufficiale ha rivolto parole di compiacimento: “Questa chiesa è custode di radice identitarie, di preghiera e di aggregazione sociale. Questa giornata segna la ripartenza per la comunità e per me indica la partenza da primo cittadino. Si restituisce al nostro paese una chiesa ricca di storia”.

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