Diocesi: Assisi, Premio Francesco d’Assisi e Carlo Acutis al progetto “Bethleem, la maison du pain” di 12 giovani del Ciad

(Foto: diocesi Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino)

È andato a “Bethleem, la maison du pain”, un progetto per avviare un laboratorio di panificazione e altri prodotti da forno in cui ragazze e ragazzi, poveri e disagiati di Baïbokoum, una piccola città del Ciad, possano lavorare insieme, l’assegno da 50.000 euro del Premio internazionale Francesco d’Assisi e Carlo Acutis per una economia della fraternità, che ha visto la partecipazione, al santuario della Spogliazione-Chiesa di Santa Maria Maggiore, del vescovo delle diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, mons. Domenico Sorrentino, dell’imprenditore Brunello Cucinelli e del card. Luis Antonio Tagle, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione. Ad annunciare oggi il progetto vincitore, è stato lo stesso mons. Sorrentino. “Oggi il nostro abbraccio va a una terra lontana e povera, il Ciad, cui destiniamo 50.000 euro – per cui ringraziamo Dio e il cuore di alcuni benefattori – per mettere in moto un processo di una nuova economia in cui dal basso si aiutano persone che non hanno altro capitale che quello della fraternità”. Il card. Tagle ha ribadito il “‘no’ a un’economia che produce più schiavi che beni, in cui il bene comune viene ignorato e si produce più povertà che pane”. Cucinelli, che ha realizzato il foulard con la riproduzione dell’affresco della rinuncia dei beni, presente nella sala della Spogliazione, ha espresso l’auspicio per un nuovo contratto sociale con il Creato: “La pandemia ci ha insegnato a guardare la povertà con occhio diverso e mi piace immaginare che è necessario un nuovo contratto sociale con il Creato. Negli ultimi 30 anni abbiamo tolto dignità morale ed economica al lavoro operaio, ma dobbiamo ritrovare quell’equilibrio sentendoci tutti persone perbene e anime pensanti”. A ritirare l’assegno da 50.000 euro e ricevere il foulard di Cucinelli sono state la madre generale, suor Mary Melone e suor Brigitte Ndjenoyom, proprio del Ciad: “I giovani di questo Paese subiscono nella maggior parte dei casi violenze e non hanno risorse economiche; abbiamo cercato di concretizzare l’impegno per far lavorare i giovani insieme e utilizzando le risorse che la natura offre è possibile uscire dalla povertà e dare una speranza a questi giovani”. Il progetto “Bethleem, la maison du pain” vuole far sì che 12 giovani del Ciad, possano prendersi cura di sé stessi e della loro comunità attraverso un lavoro degno. Sono ragazzi e ragazze di strada, esclusi dalle loro comunità a causa della malattia, considerata motivo di impurità, per esempio l’epilessia, orfani, disoccupati, una ragazza madre, un ragazzo con genitori affetti da epilessia e un altro con genitori non vedenti.

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