Ucraina: Rns, 20 profughi ucraini verranno ospitati dal Centro di accoglienza in Moldavia

La solidarietà, in Moldavia, parla anche italiano, oggi ancor di più. In quella minuscola terra di confine che, con il passare dei giorni, nel drammatico conflitto appena scoppiato rappresenta un approdo sicuro per le popolazioni dell’Ucraina in fuga dai bombardamenti, da vent’anni (era il 14 marzo 2002) infatti, su esplicito mandato di san Giovanni Paolo II, è attiva – nella capitale Chisinau – la missione del Rinnovamento nello Spirito Santo (https://rinnovamento.org/progetti/progetto-moldavia/). Il Movimento, ora più che mai, “nel momento più drammatico di questo atroce conflitto che chiama in causa l’Occidente tutto, intende adoperarsi con un gesto di carità concreta verso i rifugiati ucraini”. Secondo un apposito Protocollo stipulato tra la Fondazione “Alleanza del RnS” e la Fondazione “Regina Pacis” verranno accolti in 20 posti letto donne e bambini ucraini, ospitati nel Centro di accoglienza messo a disposizione a Chisinau dalla stessa Fondazione “Alleanza del RnS” (https://www.fondazionealleanzaonlus.it)/. Obiettivo è quello di ospitare nuclei familiari in assoluta emergenza, garantendo loro assistenza, materiale e spirituale, secondo lo spirito missionario che lega le due Fondazioni. In questo delicato tessuto sociale, politico ed economico di grande disagio e povertà, il RnS, grazie alla collaborazione di laici, religiosi e consacrati, attua da tempo un’opera di evangelizzazione, di promozione umana e di edificazione della Chiesa moldava attraverso un “cantiere sempre aperto”, declinato in progetti rivolti: alle Famiglie (“Adotta una Famiglia” – Sostegno alla povertà), ai Sacerdoti (“Adotta un sacerdote” – Sostentamento e missione) e ai Bambini (Progetto del Centro Estivo socio-educativo “Punto di Contatto”). È lì che, in molte occasioni, dal 2002, legate alla Chiesa Moldova, ma anche a progetti governativi succedutisi nel tempo nell’ambito dell’assistenza socio-sanitaria nazionale, si è molte volte, personalmente recato Salvatore Martinez, presidente nazionale del RnS, già rappresentante personale della Presidenza italiana in esercizio Osce 2018 con delega alla “Lotta al razzismo, xenofobia e discriminazione” e già Presidente dell’Osservatorio sulle minoranze religiose nel mondo e sul rispetto delle libertà religiose. “In questi 20 anni di presenza del Rinnovamento e della nostra Fondazione Alleanza del RnS in Moldova – afferma Martinez -, abbiamo toccato con mano le grandi emergenze umanitarie a cui il Paese è stato sottoposto, per la trascuratezza politica interna ed esterna, a partire dalla vicenda della Transinistria, passata nel silenzio colpevole di tutti. Ora, è incredibile immaginare come il Paese più povero d’Europa, la Moldova, possa far fronte da solo all’esodo di mamme e bambini ucraini. Sono già oltre 120.000 le persone che chiedono asilo, soprattutto nella capitale Chisinau. Qui disponiamo di un Centro missionario e sociale che lavora a sostegno delle famiglie e delle comunità cristiane che sono in tutto il Paese e che abbiamo deciso di mettere a disposizione per un piano mirato di accoglienza e di assistenza. D’intesa con la Fondazione Regina Pacis, che sarà primariamente impegnata nell’organizzazione, vogliamo fare di questa emergenza un’opportunità per dare corso alla carità giubilare, sensibilizzando tutti a essere spiritualmente impegnati a sostegno di questa missione di giustizia e di pace”. Una missione evidenziata anche da don Cesare Lodeserto che, elogia i “profondi sentimenti di fede” che animano il Rinnovamento in questa iniziativa, “con l’auspicio che sorga al più presto un orizzonte di pace”. L’attività di assistenza nell’accoglienza, spiega ancora il sacerdote “sarà svolta dai volontari del Rinnovamento nello Spirito e dagli operatori della Fondazione ‘Regina Pacis’, quest’ultimi già impegnati nelle attività a beneficio dei profughi anche in altre strutture. La scelta che il movimento ha fatto di aprire le porte ai profughi, con particolare attenzione a donne e bambini, rientra nell’azione di carità che da anni viene già svolta in Moldavia”.

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