Mercoledì delle Ceneri: mons. Tomasi (Treviso), “Lasciatevi convertire. Noi lo gridiamo ora a chi può fermare la guerra”

“Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio”. L’espressione di San Paolo, contenuta nella seconda Lettera ai Corinzi, è risuonata ieri sera, nella Cattedrale di Treviso, durante la celebrazione eucaristica con il rito di imposizione delle ceneri, presieduta dal vescovo Michele Tomasi, in occasione della Giornata di preghiera e digiuno convocata da papa Francesco per la pace in Ucraina. “Il grido di Paolo, lasciatevi toccare il cuore e la mente, lasciatevi convertire, noi lo gridiamo ora a chi può fermare la guerra. Lo gridiamo a chiunque faccia violenza per imporre la propria volontà sugli altri, che sia in Ucraina, negli scenari di tante guerre troppo velocemente dimenticate, o in ogni situazione della convivenza civile”. “Abbiamo ascoltato questo grido in un momento della storia che mai avremmo pensato di dover attraversare, che ci sorprende, rischia di lasciarci attoniti e sgomenti. Siamo ancora colpiti dalla pandemia – ha continuato – presi ancora sempre da questa situazione che da due anni ormai determina praticamente ogni aspetto della nostra vita quotidiana e dello sviluppo della società, dell’economia, della politica. Con un virus che continua a farci registrare morti quotidiane, l’impegno generoso di tanti che però sono spesso stanchi ed affaticati, divisioni talvolta profonde tra le persone. E poi, ecco la guerra. Guerra in Europa, che si aggiunge ai tanti conflitti che insanguinano, feriscono e dilaniano il nostro mondo. Un conflitto così vicino a noi, che ci sembrava impossibile e che pure sta colpendo l’Ucraina, una nazione a meno di duemila chilometri da qui. Una nazione di cui conosciamo personalmente tanti cittadini, soprattutto donne che spesso nelle nostre case si prendono cura di persone a noi care. Un conflitto armato di cui non si riesce a trovare una logica, che non ha alcuna giustificazione, che riconduce ad una brutale affermazione della forza e della violenza contro il dialogo, la composizione pacifica degli interessi legittimi, la ragionevolezza di una vera umanità”.

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