Ucraina: p. Samsonov (Radio Maria), dopo i missili che hanno colpito le antenne abbiamo ripreso le trasmissioni e riceviamo centinaia di telefonate. Non perdiamo la speranza e crediamo in un futuro di pace

“Siamo molto stanchi e preoccupati, ma non abbandoneremo mai il desiderio di comunicare l’avvento di un futuro di pace e serenità. Siamo qui per aiutare ed essere aiutati a non cedere alla rassegnazione invitando chi ci ascolta a restare fermi nella speranza di una prossima risoluzione del conflitto senza ulteriori vittime.”. A dirlo al Sir è p. Aleksey Samsonov, direttore di Radio Maria Ucraina. Il sacerdote, raggiunto telefonicamente a Kiev, ha raccontato, tra una diretta e l’altra, come sta vivendo il Paese queste giornate e che tipo di servizio lui, e un suo confratello, stanno cercando di rendere alla popolazione locale. La storica emittente cattolica non è stata risparmiata dai missili russi. Due giorni fa, nel corso di un attacco, alcune antenne della radio sono state colpite. “Per qualche ora siamo stati senza segnale e non siamo riusciti a trasmettere – racconta –. Poi, dopo aver verificato e sistemato i danni, per fortuna non molti, e abbiamo ripreso il nostro servizio quotidiano”. Un servizio che ha cambiato radicalmente palinsesto in seguito all’invasione russa. “Siamo praticamente in diretta tutta la giornata – spiega p. Samsonov -. Nel nostro palinsesto alterniamo momenti di preghiera corale collegandoci con le emittenti di Radio Maria da tutto il mondo. Ieri, ad esempio, abbiamo pregato con i fratelli della Lettonia e oggi con quelli dell’Ungheria. La radio è uno strumento straordinario che permette di unire e rende palpabile e concreta la forte solidarietà che proviene da tutto il mondo. La sentiamo e, per quanto possibile in un momento come questo, ci conforta e in parte ci rende felici”. Inoltre, continua il direttore di Radio Maria, riceviamo ogni giorno centinaia di telefonate in diretta. Le persone hanno bisogno di parlare, di trovare conforto ma anche di essere aiutate concretamente. Molti si sentono soli e hanno paura, vivono parte della giornata nei sotterranei e parlare con gli ascoltatori della radio ed essere ascoltati li rassicura, e rassicura anche tutti noi”. “È un modo per sentirci vicini e prossimi a chi sta soffrendo con e per noi. Per questo – ha concluso p. Samsonov – continuiamo nel nostro servizio, aiutando chi ha bisogno lì dove e come possiamo, provando a non perdere la speranza intanto nella fine del conflitto e poi in un futuro di pace e fratellanza”.

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