Ucraina: Muratov (Nobel pace), non escludo che Putin sarà tentato di premere il bottone nucleare. In Russia vige la censura. False le cifre sulle vittime

“Il pericolo principale è la realtà della minaccia di una risposta nucleare, annunciata dallo stesso Putin. Sarebbe un incubo, ma non escludo affatto che a un certo punto saranno tentati di premere il bottone rosso”: così il premio Nobel per la pace Dmitry Muratov, caporedattore della testata indipendente Novaja Gazeta, intervenuto oggi nella riunione della sottocommissione del Parlamento europeo per i diritti dell’uomo. Secondo Muratov “le ripetute minacce dell’uso di armi nucleari negli anni recenti” l’hanno reso un “luogo comune nelle parole delle autorità e questo è molto preoccupante”. Muratov stesso aveva già lanciato, il 1 marzo, dalle pagine del suo giornale un appello per scongiurare la minaccia nucleare: “Il destino dell’umanità oggi sta nelle scelte di pochi leader che controllano quasi 13 mila armi nucleari, una forza terrificante abbastanza potente da distruggere la terra molte volte” aveva scritto, e oggi ha di nuovo lanciato l’allarme di fronte ai membri del Comitato. Alla domanda della possibilità reale che venga introdotta la legge marziale, Muratov ha risposto: “sono molte le voci”, “ma la decisione è sempre presa nel nostro Paese da una persona sola” e potrebbe arrivare per definire una censura militare.
In realtà la censura vige già in Russia: riferendosi alla chiusura di Dojd e della radio indipendente Eco di Mosca ha spiegato come la radio fosse “un valore sistemico fondamentale per il nostro Paese, ascoltata da milioni di persone a Mosca e una decina di altre città “ma tre burocrati – della dirigenza di Gazprom Media – hanno privato i cittadini della possibilità di ascoltare una voce indipendente, senza neanche convocare il direttore della radio”. “Oggi qualsiasi voce che si esprime contro la guerra è considerato un criminale contro lo stato e ogni dichiarazione contro la guerra è antipatriottica, come un reato”.
Muratov ha inoltre invitato a non fidarsi delle cifre che girano sulla guerra: “le vittime sono sempre il doppio di quelle che vengono dichiarate”, né dei sondaggi su quanto l’opinione pubblica russa sia contraria alla guerra. Secondo Muratov è il 70% a non volere l’attacco. Il premio Nobel ha anche parlato di quel gruppo di sacerdoti della Chiesa ortodossa che si sono apertamente pronunciati contro la guerra: “molti preti sono vicini alla gente, non sono protetti nei loro palazzi e dalla polizia. Vedono come vive la gente. Dicono le messe per i soldati morti e questi sono quelli che sono contro la guerra”.

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