Tubercolosi: mons. Gallagher (Santa Sede), “aumentano i casi nel mondo e i costi legati alle cure”

“Gli effetti della povertà, in particolare della malnutrizione, sono associati a un aumento significativo percentuale di nuovi casi” di tubercolosi nel mondo. Nel frattempo, “i costi legati alle cure causano difficoltà finanziarie alla metà dei pazienti dei malati di tubercolosi e delle loro famiglie”. È l’allarme lanciato da mons. Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali della Segreteria di Stato, durante il suo intervento a New York alla Riunione di Alto-Livello sulla Tubercolosi. “La tubercolosi è una delle principali cause di morte a livello mondiale e la più alta causa da un unico agente infettivo – ha ricordato -. Persone in ogni angolo del mondo soffrono di questa malattia, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo”. Per fortuna, ha proseguito, “sono stati compiuti importanti progressi dal primo incontro ad alto livello del 2018. Innanzitutto, diversi Paesi hanno ridotto significativamente l’incidenza della tubercolosi.
Inoltre, l’obiettivo di fornire a sei milioni di persone che vivono con l’Hiv le cure preventive per la tubercolosi tra il 2018 e il 2022 sono state superate, con una stima di 10,3 milioni di persone raggiunte”. Rimangono però “lacune significative”, molte delle quali peggiorate dalla pandemia di Covid-19. “Ad esempio – ha spiegato –, l’unico vaccino che esiste è somministrabile solo a bambini molto piccoli, ma rimane inefficace sulla tubercolosi polmonare, ostacolando gli sforzi di prevenzione. Ciò significa che milioni di persone non hanno cure, soprattutto bambini e persone che assumono più farmaci che resistono alla tubercolosi”. La Santa Sede e molte organizzazioni cattoliche di tutto il mondo stanno lavorando intensamente per fronteggiare la tubercolosi. In Vaticano nel 2016 si è tenuto un incontro su pediatria Hiv e tubercolosi, convocato per la prima volta dal Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale: “Gli impegni finali comprendevano: lo sviluppo di trattamenti a misura di bambino e l’aumento della loro disponibilità, anche per regimi di durata più breve; miglioramento della diagnostica; migliorare l’accessibilità economica dei test e delle cure”. Il 6° Dialogo su questi temi, svoltosi lo scorso dicembre, ci si è impegnati a migliorare la “disponibilità delle cure per bambini e donne incinte, postpartum e che allattano, attraverso protocolli di studio più inclusivi. Queste azioni sono fondamentali per garantire un approccio più integrato e familiare alla cura della tubercolosi, in particolare per i bambini”. “C’è ancora molto lavoro da fare per prevenire, diagnosticare e curare la tubercolosi – ha concluso –. Papa Francesco sottolinea spesso che ‘la condizione dei malati è una chiamata che rompe l’indifferenza’. Perciò, la Santa Sede è fiduciosa che insieme potremo porre fine all’epidemia di tubercolosi e si impegna a continuare a fare tutto il possibile per debellare questa malattia”.

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