Diocesi: Udine, domani per la Giornata del migrante e del rifugiato festa con le comunità di cattolici

Nel contesto della 109ª Giornata mondiale del migrante e rifugiato anche l’arcidiocesi di Udine pone al cuore delle sue celebrazioni il tema delle migrazioni. Domani, domenica 24 settembre, alle 10.30, la cattedrale ospiterà infatti una solenne celebrazione presieduta dall’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, e concelebrata dai sacerdoti che in diocesi guidano spiritualmente le diverse comunità cattoliche di immigrati.
Ad animare la celebrazione saranno i canti e le letture curati dalle stesse comunità immigrate che parteciperanno con i costumi e le bandiere dei loro Paesi di provenienza. Al termine della messa prenderà vita un colorato corteo che si snoderà per le vie del centro cittadino, diretto verso la corte del Centro delle attività pastorali della diocesi, in via Treppo 5, dove avrà luogo un festoso momento di convivialità. Le comunità di immigrati di confessione cattolica sono accompagnate, durante l’anno, dalle proposte dell’Ufficio diocesano Migrantes; in particolare, le iniziative vanno da alcuni momenti di preghiera in Avvento (in programma c’è quella di venerdì 15 dicembre a Udine, nella chiesa della Madonna della Neve) e Quaresima (venerdì 8 marzo), oltre a coordinare le celebrazioni eucaristiche domenicali nelle diverse lingue parlate dagli immigrati che vivono nel territorio diocesano. “Il livello di integrazione di queste comunità è molto avanzato, così come l’inserimento – sia degli adulti che dei giovani – nelle attività parrocchiali – si legge in una nota –. Rispetto agli anni precedenti alla pandemia, la consistenza delle comunità straniere si è decisamente assottigliata: albanesi e polacchi fanno ormai parte a pieno titolo delle comunità parrocchiali in cui vivono, mentre diversi nord-africani, dopo aver ottenuto il passaporto italiano, hanno raggiunto Paesi europei ed extraeuropei. Tuttavia, la vitalità delle comunità rimane intatta e la celebrazione di domenica 24 settembre sta a dimostrare la profonda religiosità dei singoli e delle rispettive famiglie, nel connubio tra le specifiche provenienze e la comune fede cattolica”.

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