Libri: Facoltà teologica Sardegna, presentato ieri “Un mondo positivo. Analisi, progetto e realizzazione di una rinascita economica”

(Foto Fac. Teologica Sardegna)

Presentato ieri sera, nell’aula magna della Facoltà teologica della Sardegna, a Cagliari, il libro “Un mondo positivo. Analisi, progetto e realizzazione di una rinascita economica” scritto e curato da Fabio Conditi, che raccoglie una serie di interventi di vari autori, tra i quali don Roberto Caria, docente di Teologia morale sociale alla Facoltà teologica della Sardegna. Nel mondo attuale si legge nel testo, “non è più l’economia al servizio dell’uomo, ma è l’uomo al servizio dell’economia”. L’obiettivo del volume è “immaginare ‘un mondo positivo’ attraverso l’analisi, il progetto e la realizzazione di una concreta rinascita economica”. Nel corso della presentazione è stata citata molte volte la frase di Papa Francesco, “Questa economia uccide” (Evangelii gaudium 53), che – come don Caria ha ricordato – rilancia una volta di più una posizione critica che la Chiesa ha sempre avuto, a cominciare dalla condanna dell’usura in quanto “utilizzo contro natura della moneta”, nei confronti delle ingiustizie sociali. “L’ingiustizia economica”, ha detto Caria, “è quella che crea disuguaglianze tra una piccola parte di persone e tutte le altre”. Don Giuseppe Tilocca, vicepreside della Facoltà teologica della Sardegna, ha sottolineato che se l’economia “uccide”, come dice Papa Francesco, è perché non tiene conto dell’uomo: in tal senso, occuparsi di questo problema in una Facoltà di teologia è necessario, perché “è una questione che ci riguarda tutti come responsabili del bene comune”. Per l’autore del libro, Conditi, il “debito” costituisce il punto centrale del problema: un debito che ormai è diventato “inestinguibile” per tutti, con il paradosso che, ha detto, “le nazioni più indebitate sono le più ricche”. Tutte le nazioni producono debito, nessuna esclusa, un debito che è pari a tre volte il Pil che producono. E il titolare di questo debito sono gli stessi mercati finanziari. Nel frattempo – ha ribadito – il problema diviene “gigantesco”: l’1% della popolazione detiene il 50% della ricchezza mondiale e 81 multimiliardari hanno le stesse ricchezze di 3 miliardi e 800milioni di persone. “La moneta – ha detto Conditi – è come il sangue che scorre nel corpo umano e crea ‘scambi’ e ‘servizi’. Ma il corpo umano produce da sé il proprio sangue! Nell’attuale sistema economico, invece, il corpo-Stato non produce il sangue-moneta, ma lo prende a prestito in un modo per il quale il sangue non basta mai. Ormai la moneta a debito è pari al 99,7%”. In questo modo, ha aggiunto il relatore, “ha ragione Papa Francesco: l’economia uccide e si muore per davvero di questo, per esempio quando si tagliano i posti negli ospedali o si appaltano ai privati, che inseguono il proprio profitto, delle opere che sono di interesse pubblico”. Per cambiare questo stato di cose, secondo Conditi, bisogna immaginare una moneta diversa, che non sia “prestata” ma piuttosto “creata” direttamente dallo Stato: una moneta “positiva” per la quale non si deve prelevare più di quanto si immette. Non si tratta dunque di proporre una “moneta complementare” o fuori dall’euro, ma soluzioni concrete e fattibili all’interno del nostro quadro costituzionale: come le monete metalliche, i biglietti di Stato, i conti risparmio e i crediti fiscali.

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