Processo in Vaticano: mons. Perlasca, “da Chaouqui messaggi pesanti”

Nel corso della 40ª udienza del processo in corso in Vaticano sugli investimenti finanziari della Segreteria di Stato a Londra, mons. Alberto Perlasca è stato ascoltato di nuovo in aula. A proposito delle nuove chat depositate dal Promotore di Giustizia, Alessandro Diddi, il teste chiave del processo – secondo quanto ha riferito il “pool” di giornalisti ammessi nell’Aula polifunzionale dei Musei vaticani – ha detto di aver ricevuto una quindicina di messaggi da Francesca Immacolata Chaouqui, nei quali l’ex membro della Cosea sosteneva di conoscere tutti: dal Promotore di Giustizia, ai gendarmi a Genévieve Ciferri, amica di Perlasca. Perlasca ha parlato di “messaggi pesanti” di Chaouqui, come quelli nei quali lei gli avrebbe detto: “Non bloccarmi, perché altrimenti finisci sui giornali. L’omertà ti ha portato a fare la figura del ladro dei soldi dei poveri. Hai raggiunto uno squallore mondiale”. Di questa corrispondenza, Perlasca ha detto di aver parlato al cardinale Becciu, il quale gli avrebbe risposto: “lei è ormai fuori da tutti i giri, anche dalla stampa. È innocua”. Interpellato dal presidente del tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone, sull’incontro a Londra per chiudere l’affare del Palazzo di Sloane Avenue, alla domanda se l’allora Sostituto alla Segreteria di Stato, Peña Parra, ne fosse al corrente, mons. Perlasca ha risposto in maniera affermativa. Nel corso del dibattimento, è stato quindi reso noto che anche Peña Parra sarà ascoltato come teste.

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