Brasile: vescovi chiedono “verità” e “giustizia” sulla morte del missionario e attivista sociale Uílson de Sá da Silva

I vescovi della Regione Nordest 3 della Conferenza nazionale del Brasile hanno diffuso un nota per chiedere venga fatta chiarezza sulla morte del missionario e attivista sociale e ambientale Uílson de Sá da Silva, avvenuta lunedì scorso ad Aracaju, nello Stato brasiliano del Sergipe.
Aveva 47 anni, era presidente dell’Associazione dei raccoglitori di mangaba (un frutto che cresce in brasile), ed era protagonista di una riconosciuta azione sociale nel quartiere di Santa Maria, ad Aracaju, dove viveva. Secondo quanto si legge nel messaggio dei vescovi, il sacerdote è stato trovato morto nella sua abitazione, con le mani legate e segni di violenza, così come hanno riferito numerose persone, anche se le autorità di polizia non hanno confermato ufficialmente che sia stato ucciso. “Auspichiamo che gli sforzi delle autorità contribuiscano a chiarire i fatti della sua morte improvvisa e violenta, affinché la verità e la giustizia superino l’impunità, e la pace regni nei cuori feriti da una così grande perdita”, affermano i vescovi nella nota.
Del resto Uílson de Sá da Silva, secondo le persone che gli erano più vicine, aveva ricevuto minacce per aver difeso la riserva di mangabeire (le piante dalle quali si ricava la mangaba), principale fonte di reddito per centinaia di piccoli agricoltori, che difendeva da tempo, tanto da diventare il presidente della loro associazione. La riserva è l’ultima dello Stato del Sergipe e la sua esistenza è costantemente minacciata da interessi immobiliari.

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