Diocesi: Lucca, conclusa la movimentazione del Volto Santo. Ora è nel laboratorio di restauro nel transetto della cattedrale

Si è conclusa “con successo” alle 12.30 di oggi, giovedì 1° dicembre, la delicata movimentazione del Volto Santo dal tempietto del Civitali, dove era conservato da secoli, al laboratorio di restauro appositamente allestito nel transetto nord della cattedrale di Lucca. “Adesso – si legge in una nota della diocesi – è stato posto sopra dei cavalletti in posizione orizzontale e dalla prossima settimana potranno essere programmate le analisi diagnostiche sull’intera effigie, per poi procedere ad un restauro accurato e basato sulla conoscenza più approfondita del simbolo della Chiesa e della città di Lucca”.
A partire dalle 8 del mattino, le maestranze di Arterìa – sotto la direzione dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e l’alta sorveglianza della Soprintendenza di Lucca – hanno prima sollevato il crocifisso all’interno del tempietto tramite un sistema di argani appositamente studiato. Poi attraverso movimenti lenti e meticolosamente controllati hanno proceduto alla movimentazione dell’effigie nel ristretto spazio del tempietto, fino alla sua estrazione dall’apertura laterale, verso la navata centrale. L’effigie – interamente coperta da una velinatura protettiva – uscita dallo scrigno marmoreo quattrocentesco è stata posta con delicatezza su un carrello sul quale ha percorso circa 80 metri all’interno della cattedrale fino al laboratorio nel quale è stata finalmente collocata in sicurezza.
Alle operazioni – viene comunicato – hanno assistito i rappresentanti dell’arcidiocesi di Lucca e dell’Ente Chiesa cattedrale, della Fondazione Cassa di risparmio di Lucca, che finanzia l’intero restauro, autorità e alcuni membri del Comitato scientifico.
L’arcivescovo di Lucca, mons. Paolo Giulietti, al termine delle operazioni, all’interno del laboratorio, ha invitato i presenti ad una breve preghiera e ha baciato il piede destro dell’effigie. “Il Volto Santo – ha affermato – è simbolo della comunità civile ed ecclesiale lucchese e i lavori che, di fatto, cominciano oggi, richiedono un’ulteriore dose di rispetto oltre a quello che possiamo tributare ad una opera d’arte. È infatti un oggetto di fede, davanti al quale hanno pregato generazioni di lucchesi, questo dà un valore spirituale che anche le mani esperte e competenti dei restauratori sapranno con devozione tutelare”.

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