Migrazioni: mons. Baturi (Cei), “operatori pastorali Migrantes braccia di una Chiesa in uscita”

“Seguire il Signore per le strade vuol dire guardare con occhi nuovi gli uomini e le donne che incontriamo e farci guidare dalla Sua Parola”. Lo ha detto ieri sera il segretario generale della Cei, mons. Giuseppe Baturi, durante una celebrazione con i partecipanti al corso di pastorale migratoria promosso a Roma dalla Fondazione Migrantes. Commentando il Vangelo della chiamata degli Apostoli Pietro e Andrea il presule ha sollecitato i nuovi direttori Migrantes, cappellani etnici e cappellani con le comunità italiane all’estero a “lasciarsi guidare e gettare la rete verso i fratelli in mobilità”. Il “vostro lavoro pastorale – ha quindi aggiunto – è pieno di incontri e di relazioni: questo è il campo dove gettare il seme per dare risposte concrete e di accoglienza verso chi tende a noi la mano”. Gli operatori pastorali Migrantes sono, ha concluso – le “braccia di una Chiesa in uscita chiamate a dare risposte a persone appartenenti a un mondo variegato e poco conosciuto anche pastoralmente. Incontrarli è incontrare il Signore che chiama”.
All’incontro partecipano 40 persone provenienti dalle diverse diocesi italiane e dalle Missioni cattoliche Italiane in Europa. Il Corso di formazione si rivolge anzitutto ai nuovi direttori Migrantes regionali e diocesani e ai loro collaboratori, ai cappellani etnici che svolgono il ministero nelle diocesi italiane e ai missionari per gli italiani all’estero, operatori rom e sinti e dello spettacolo viaggiante. I lavori si concluderanno domani, 2 dicembre, con gli interventi del presidente della Migrantes, l’arcivescovo mons. Gian Carlo Perego e del direttore generale, mons. Pierpaolo Felicolo. Durante queste giornate diversi interventi e testimonianze sulla pastorale della mobilità umana.

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