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Vita religiosa: card. Tagle, “rischiamo di non essere capaci di camminare con chi è ferito”

“Qual è la cultura dominante nelle nostre comunità religiose? È una cultura dell’incontro che trasmettiamo ai nostri membri? O la cultura dell’incontro non è davvero presente e radicata?”. Se lo è domandato il card. Luis Antonio Tagle, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli e presidente di Caritas internationalis, incontrando oltre 200 superiore e superiori religiosi durante l’Assemblea congiunta dell’Unione internazionale delle superiori generali (Uisg) e dell’Unione superiori generali (Usg). “La vita religiosa è uno stato di perfezione, ma noi non siamo perfetti. E rischiamo di non essere capaci di camminare con chi è ferito. Dove troviamo i nostri seminari – ha chiesto provocatoriamente il cardinale – e le nostre case di formazione? Sulle montagne, lontane dal popolo, perché più sono lontane e più sono sante? È questa una cultura dell’incontro?”. Quindi il card. Tale ha ricordato che “il Dio perfetto che non ha sentimenti, che non cambia se è triste o felice, non viene dalla Bibbia. Questa è la filosofia. La perfezione di Dio è nella compassione, nel perdono e nella misericordia. Dobbiamo stare attenti, anche nelle nostre comunità, a non avere immagini di perfezione divina che non siano in armonia con la Bibbia. Se cammino con Dio, cammino sempre con gli uomini. Se cammino con gli uomini, cammino sempre con Dio. Dio cammina umilmente. Lo sappiamo da Gesù e dai tanti uomini e donne che Dio ha eretto come modelli di santità”.

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