Bosnia Erzegovina: Caritas Ambrosiana, per i profughi di Lipa un refettorio da campo. Gualzetti, “serve soluzione politica”. Appello all’Europa

“Nel fine settimana sono cominciati i lavori per la posa di un refettorio da campo a Lipa. Il tendone permetterà ai circa 900 profughi che vivono sull’altopiano bosniaco di poter consumare il pasto in un posto riscaldato e coperto”. La notizia viene da Caritas Ambrosiana, da tempo impegnata – assieme a Caritas Italiana – nella regione. “Dopo la distribuzione di legna da ardere, nei primi giorni dell’emergenza, l’intervento di Caritas Ambrosiana, Caritas Italiana e Ipsia entra in una nuova fase. Grazie all’accordo con le autorità locali, la realizzazione della nuova struttura finanziata da tanti sostenitori italiani, permetterà di migliorare le condizioni di vita dei profughi”. A questo scopo, Caritas Italiana, Caritas Ambrosiana e Ipsia hanno anche offerto la loro collaborazione per assicurare un’assistenza sanitaria “adeguata”, “indispensabile tanto più in un contesto come quello attuale che espone i migranti al rischio di contagio da Covid-19: saranno garantiti farmaci e verrà acquistata e donata all’ospedale cittadina un’ambulanza”.
“Nonostante gli ultimi interventi delle autorità la situazione continua a rimanere drammatica. Nei giorni scorsi, infatti ha ripreso a nevicare abbondantemente e la temperatura è scesa parecchi gradi sotto lo zero. Una parte dei profughi vive ancora in baracche di fortuna – spiegano gli operatori – costruite da loro stessi con la legna recuperata nel bosco. Ma anche coloro che hanno trovato posto nella nuova tendopoli allestita dall’esercito bosniaco dopo l’incendio dell’antivigilia di Natale, vivono al freddo perché le tende non sono riscaldate”.
Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana, spiega: “Con le donazioni raccolte come Caritas Ambrosiana, attraverso l’installazione della tenda mensa, l’acquisto dell’ambulanza, la distribuzione dei primi aiuti d’emergenza facciamo la nostra parte per alleviare la sofferenza di queste persone. Tuttavia Lipa è solo la punta più acuta di una crisi umanitaria che da anni si sta consumando alle porte dell’Europa. Affinché si possa trovare una soluzione per i profughi che vivono a Lipa, così come nelle tante altre situazioni tragiche lungo tutta la Rotta balcanica, serve che le istituzioni comunitarie facciano sentire la loro voce. Ci auguriamo che la recente missione degli europarlamentari italiani che hanno visitato il campo di Lipa possa contribuire a risolvere questo dramma e fare in modo che il diritto all’accoglienza di chi fugge da guerre e persecuzioni sia garantito”.

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