Papa Francesco: “Dio non viene in eventi straordinari, ma nella monotonia delle nostre giornate”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Dio non viene in eventi straordinari, ma compie la sua opera nell’apparente monotonia delle nostre giornate, nel ritmo a volte stancante delle attività, nelle piccole cose che con tenacia e umiltà portiamo avanti cercando di fare la sua volontà”. Lo ha spiegato il Papa, nell’omelia della Messa per la Giornata mondiale della Vita consacrata – celebrata nella basilica di San Pietro – al centro della quale c’è stata la “pazienza del cuore”: la stessa del vecchio Simeone, che “camminando con pazienza, non si è lasciato logorare dallo scorrere del tempo”. “È un uomo ormai carico di anni, eppure la fiamma del suo cuore è ancora accesa”, il ritratto di Francesco: “nella sua lunga vita sarà stato a volte ferito e deluso, eppure non ha perso la speranza; con pazienza, egli custodisce la promessa, senza lasciarsi consumare dall’amarezza per il tempo passato o da quella rassegnata malinconia che emerge quando si giunge al crepuscolo della vita. La speranza dell’attesa in lui si è tradotta nella pazienza quotidiana di chi, malgrado tutto, è rimasto vigilante, fino a quando, finalmente, i suoi occhi hanno visto la salvezza”. “La pazienza di Simeone è specchio della pazienza di Dio”, la tesi del Papa: “Dalla preghiera e dalla storia del suo popolo, Simeone ha imparato che Dio è paziente”. Poi la citazione di Romano Guardini: “la pazienza è un modo con cui Dio risponde alla nostra debolezza, per donarci il tempo di cambiare”.

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