Papa Francesco: “non solisti, ma parte di un coro”. “Non lasciarsi confondere dalle tempeste” e dalle “lamentele”

“Nelle nostre comunità occorre questa pazienza reciproca: sopportare, cioè portare sulle proprie spalle la vita del fratello o della sorella, anche le sue debolezze e i suoi difetti”. Ne è convinto il Papa, che nell’omelia della Messa per la Giornata mondiale della Vita consacrata, celebrata nella basilica di San Pietro, ha ribadito: “il Signore non ci chiama ad essere solisti – ce ne sono tanti nella Chiesa, lo sappiamo –  ma ad essere parte di un coro, che a volte stona, ma sempre deve provare a cantare insieme”. “Le relazioni umane, specialmente quando si tratta di condividere un progetto di vita e un’attività apostolica, non sono sempre pacifiche”, il riferimento alla vita comunitaria: “A volte nascono dei conflitti e non si può esigere una soluzione immediata, né si deve giudicare frettolosamente la persona o la situazione: occorre saper prendere le giuste distanze, cercare di non perdere la pace, attendere il tempo migliore per chiarirsi nella carità e nella verità”. Infine, occorre avere “la pazienza nei confronti del mondo”, anche se la speranza “tarda a realizzarsi e cresce lentamente dentro alle infedeltà e alle rovine del mondo”, e la luce si fa attendere “nell’oscurità della storia”. “Abbiamo bisogno di questa pazienza, per non restare prigionieri della lamentela”, l’appello di Francesco: “alcuni sono maestri di lamentele, la lamentela imprigiona: ‘il mondo non ci ascolta più’, ‘non abbiamo più vocazioni’, ‘viviamo tempi difficili’…”Non lasciarsi confondere dalle tempeste”, l’invito a braccio: “quando il mare è agitato non si vedono i pesci, ma quando il mare è calmo i pesci si vedono bene. Mai potremo fare un buon discernimento se il n ostro cuore è agitato, impaziente”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia