Ebrei: morto a Venezia Amos Luzzatto. Di Segni (Ucei), “mille incessanti battaglie contro ogni forma di odio e razzismo”

(Foto: ANSA/SIR)

È morto a Venezia Amos Luzzatto, una figura che ha segnato l’ebraismo italiano. Medico, scrittore, presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane dal 1998 al 2006, era nato a Roma il 3 giugno 1928. Era erede di una stirpe gloriosa di studiosi e rabbini italiani, nipote di Dante Lattes e discendente di Samuel David Luzzatto (Shadal). Amos aveva trascorso la prima giovinezza tra Gerusalemme e Tel Aviv. In Italia si è laureato in Medicina. Come presidente dell’Ucei ha guidato l’ebraismo italiano con grande attenzione e impegno nei rapporti istituzionali e con le Chiese in Italia. È stato sempre presente nelle battaglie contro l’antisemitismo e il razzismo, in difesa di tutte le minoranze. Intervenendo in occasione di un Giorno della memoria di 15 anni fa, davanti all’allora capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi, ebbe a sottolineare: “La violenza, l’incitamento all’odio fra popoli, culture, religioni diverse, l’omologazione, per quanto riguarda il passato, dei carnefici e delle loro vittime, tutto questo è tragicamente nella cronaca quotidiana. Saremo capaci di reagire a questa marea? Saremo capaci di insegnare ai nostri ragazzi la libertà di scegliere consapevolmente fra il bene e il male, fra la lotta di sopraffazione e la convivenza civile nel rispetto dell’altro? Hillel, un grande maestro dell’ebraismo diceva: ‘Non fare agli altri ciò che non vorresti per te. Tutto il resto è commento. Va’ e studia’”. “Con Amos Luzzatto – scrive in una nota Noemi Di Segni, attuale presidente dell’Ucei – scompare un leader e un uomo straordinario. È un segno indelebile quello che Amos, per due mandati presidente dell’Ucei, saggista e attivo divulgatore della plurimillenaria esperienza ebraica, ha lasciato in tutta la società italiana. Un segno profondo, con mille incessanti battaglie intraprese per l’affermazione dei diritti umani, la difesa della memoria, la lotta contro ogni forma di odio, razzismo e pregiudizio. Da oggi siamo tutti più smarriti ma anche sostenuti dall’eredità morale e dagli insegnamenti che ci ha trasmesso negli anni. Uno sforzo che dovrà essere proseguito senza tregua per affermare valori e principi con coerenza ed esempio personale. In ogni luogo, in ogni sede. Alla moglie Laura, ai figli Alisa, Gadi e Michele, ai nipoti, a tutti i suoi cari, il nostro più caloroso abbraccio e la partecipazione di tutti gli ebrei italiani all’immenso dolore e vuoto di queste ore. Sia il suo ricordo di benedizione”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Mondo