Migranti: Uisg (congregazioni femminili), 10 raccomandazioni per affrontare le sfide legate ai fenomeni migratori

(foto: Uisg)

Un policy brief con dieci raccomandazioni per affrontare le sfide legate ai fenomeni migratori, con particolare attenzione alle esigenze di migranti e rifugiati: è l’iniziativa dell’Unione internazionale delle superiore generali (Uisg), in occasione della Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, che si celebra ogni 3 ottobre in memoria di tutte le vittime delle migrazioni. Una rappresentanza sarà presente a Lampedusa il 2 e 3 ottobre con suor Charity Katongo Nkandu, Francescana missionaria di Assisi. La Uisg è l’organizzazione ombrello per le Superiore delle congregazioni femminili cattoliche, che conta 1.903 membri in 97 Paesi, in rappresentanza di oltre 600.000 suore nel mondo. Le raccomandazioni sono destinate a partner e alleati della Uisg, ai governi nazionali e agli organi intergovernativi, alle organizzazioni dello sviluppo internazionale e della società civile, e sono emerse dal Sister-led Dialogue on Migration che si è svolto a luglio a Roma. Le 10 raccomandazioni sono: 1. Sostenere chi si sposta dentro ed oltre i confini internazionali attraverso educazione linguistica, formazione di nuove competenze e progetti di sviluppo che possano migliorare la resilienza alle sfide della migrazione. 2. Sostenere le persone in transito fornendo informazioni accurate e tempestive, in particolare sui pericoli del viaggio verso l’Europa, al fine di contrastare la disinformazione dilagante. 3. Promuovere l’integrazione di migranti e rifugiati favorendo un senso di sicurezza e appartenenza, in particolare attraverso l’azione comunitaria affettiva e relazionale. 4. Coinvolgere le comunità di immigranti e quelle ospitanti in attività interculturali condivise, che possano contribuire a colmare le differenze sociali e culturali. 5. Sfruttare il potenziale informativo ed educativo delle piattaforme mediatiche per aumentare la consapevolezza politica sulle realtà dell’immigrazione. 6. Sostenere un cambiamento linguistico che si sposti dai discorsi di paura, minaccia, emergenza e guerra verso conversazioni orientate su inclusione, integrazione, sviluppo e arricchimento reciproco. 7. In particolare, esemplificare e promuovere un cambiamento nelle narrazioni mediatiche creando spazio per le persone con esperienze vissute di migrazione e dando voce non solo alle loro preoccupazioni, ma anche alle soluzioni proposte. 8. Stabilire alleanze tra agenzie umanitarie, istituzioni religiose e organizzazioni mediatiche per resistere insieme alla propaganda anti-migranti e sviluppare una visione condivisa per superare gli ostacoli legislativi. 9. Collaborare con i governi dei Paesi di transito non-europei nell’adozione e nell’implementazione di misure etiche per rispettare la dignità di ogni persona ed arginare la tratta e gli abusi. 10. Fare pressione sui governi dell’Unione europea affinché istituiscano leggi che riflettano i valori etici e la visione umanitaria dell’Ue, consentendo accesso equo, paritario e legale a tutti i migranti, indipendentemente dal motivo dell’immigrazione.

(foto: Uisg)

Secondo i dati diffusi dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), nel periodo compreso tra gennaio e dicembre 2022 quasi 3.800 persone hanno perso la vita sulle rotte migratorie nella regione Medio Oriente e Nord Africa, con un aumento dell’11% rispetto all’anno precedente. È il numero più alto dal 2017, quando furono registrati 4.255 decessi. In tutto il mondo, oltre 50.000 migranti hanno perso la vita tra il 2014 e il 2022, senza contare quelli persi in mare, rapiti o scomparsi durante il viaggio della speranza.

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