Guerra in Ucraina: mons. Gugerotti, “la Cina può giocare un ruolo importante”

foto SIR/Marco Calvarese

“La cosa geniale di questa iniziativa del Santo Padre che ha coinvolto il card. Zuppi è l’aver messo finalmente insieme quelli che sono a combattere sul posto e le grandi potenze dalle quali in gran parte dipende il mondo”. Lo ha detto mons. Claudio Gugerotti, prefetto del Dicastero per le Chiese orientali, durante l’incontro organizzato in sala stampa vaticana con alcuni dei 21 nuovi cardinali che domani saranno creati dal Papa nel Concistoro di domani. “La sua visione strategica molto più intelligente di quanto non si ritenga”, ha proseguito Gugerotti, che domani riceverà la berretta da Papa Francesco, rispondendo alle domande dei giornalisti: “Quali possono essere i blocchi emotivi, psicologici ed economici bisogna vedere, però la direzione è quella giusta. Se fosse partita prima l’idea di coinvolgere le parti in conflitto, o potenzialmente in conflitto, probabilmente ci si saremmo liberati di questa guerra”. Quanto al ruolo che può giocare in tutto questo la Cina, prossima tappa della missione affidata dal Papa al cardinale Zuppi, Gugerotti ha affermato: “Non si tratta tanto della Cina da sola, ma del rapporto tra la Cina e gli Stati Uniti, e la Cina può giocare un ruolo importante”. Riguardo alle previsioni o alla tempistica per la fine della guerra, il futuro cardinale ha risposto: “Trovarsi in guerra e morire non è mai piacevole. A livello politico il desiderio di una fine c’è, perché è una questione naturale, ma non perché ci sia reale volontà, perché l’Ucraina ritiene che la fine sia una perdita e la Russia ritiene la stessa cosa. E dunque la fine è fine nel senso della morte”. “In questi posti quello che non si vede molto è molto più importante di quello che si vede, e funziona proprio perché non si vede”, la testimonianza di Gugerotti sulla base della sua esperienza sul campo: “Bisogna vedere se quello che non si vede è fatto tra macellai, o anche tra presenze che possono fungere da mediatori di pace. Questa è la grande incognita”.

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