Diocesi: Roma, si chiude la fase locale della causa di beatificazione di suor Maria Bernardetta dell’Immacolata

La sessione di chiusura dell’inchiesta diocesana sulla vita, le virtù eroiche, la fama di santità e di segni della serva di Dio, Maria Bernardetta dell’Immacolata, al secolo Adele Sesso, religiosa professa dell’Istituto delle Suore Povere Bonaerensi di San Giuseppe, si svolgerà venerdì 28 aprile, alle 12, presso l’Aula della Conciliazione, costituita per il Tribunale nel Palazzo apostolico lateranense. La sessione di chiusura dell’inchiesta diocesana sarà presieduta dal vescovo Baldo Reina, vicegerente della diocesi di Roma. Il Tribunale sarà costituito da mons. Francesco Maria Tasciotti, delegato episcopale; don Giorgio Ciucci, promotore di giustizia; Marcello Terramani, notaio attuario. Il rito sarà trasmesso in diretta sul canale YouTube della diocesi di Roma.
Suor Maria Bernardetta nasce il 15 ottobre 1918 a Montella (Avellino). All’età di 17 anni inizia il periodo di postulante a Roma nell’Istituto delle Suore Povere Bonaerensi di San Giuseppe, fondato dalla serva di Dio Camilla Rolon in Argentina nel 1880. Il 19 marzo 1943 professa i voti perpetui. Nel 1944 si trasferisce in Argentina, dove forma parte della Comunità Casa Josefina a Buenos Aires. Poi, nel 1965, suor Maria Bernardetta arriva negli Stati Uniti: prima in Pennsylvania e poi a Richmond, in Virginia, presso il seminario di San Giovanni Maria Vianney. Qui si fa apprezzare “per i consigli che dava ai seminaristi afflitti, indecisi e dubbiosi nella loro vocazione – ricorda la postulatrice Silvia Correale –, incoraggiandoli e consigliando loro la preghiera e la devozione eucaristica”. Per lo stesso motivo sarà amata e stimata alla Casa di esercizi Villa Sant’Ignazio della Compagnia di Gesù, a San Miguel, dove la sua strada – siamo al 1979 – si incrocia con quella di Jorge Mario Bergoglio, all’epoca provinciale dei gesuiti. “Madre Maria Bernardetta era una figura materna per i novizi – spiega ancora la postulatrice –; quando qualcuno di loro aveva un problema, Bergoglio li mandava da lei a chiedere consiglio. Aveva un tocco profondamente evangelico, una grande devozione”.
Nel 1986 madre Maria Bernardetta torna in Italia. Arrivata nella Casa di Roma, si manifestano i primi segni del tumore che porterà la religiosa alla morte. Nonostante la distanza e le difficoltà, l’amicizia con Bergoglio prosegue. “Ogni volta che veniva nella Città Eterna, da vescovo, da arcivescovo e da cardinale, passava a salutarla, e così anche facevano gli altri gesuiti che l’avevano conosciuta negli anni della loro formazione – racconta Correale –. Durante una delle sue ultime visite, la serva di Dio gli chiese l’unzione degli infermi, perché sentiva che le rimaneva poco da vivere. Il card. Bergoglio le impartì il sacramento il primo novembre del 2001; il 12 dicembre madre Maria Bernardetta morì. Visse tutta la malattia esemplarmente, così come aveva vissuto: in un abbraccio d’amore e totale serenità con il Crocifisso”. “Dalle testimonianze che abbiamo di diversi padri gesuiti – evidenzia la postulatrice – ci dicono che ‘padre Jorge’ sempre parlava di lei, la ricordava nei suoi discorsi come adesso fa ancora da Papa. Ne lodava la vita vissuta con autenticità e coerenza e la citava sempre come un esempio”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori