Coronavirus Covid-19: p. Albanese (missionario comboniano), “in Africa vaccinato il 7% della popolazione, grazie alle disuguaglianze in gioco la vita delle persone”

“La liberalizzazione dei brevetti, proposta da India e Sud Africa all’Organizzazione mondiale del commercio (Wto), appoggiata da oltre cento Paesi tra cui gli Stati Uniti e sostenuta dalla Santa Sede, potrebbe aiutare. Ma l’Unione europea si oppone (Italia inclusa!)”. Lo scrive p. Giulio Albanese, missionario comboniano e giornalista, nell’articolo pubblicato sul numero di febbraio del mensile Vita pastorale. “Considerando che alla fine del 2021 si è raggiunta la quota di 3 miliardi di vaccini prodotti in Europa, è palese che le società farmaceutiche abbiano già abbondantemente ammortizzato le spese di ricerca”, osserva il missionario.
Dal suo testo si evince come la distribuzione dei vaccini sia stata “disomogenea”, in quanto “i Paesi e le regioni con i redditi più alti possono godere di campagne vaccinali 10 volte più rapide di quelli con i redditi più bassi”. Ad esempio, il ciclo vaccinale, secondo l’Africa Centres for disease control and prevention, è stato completato a livello continentale, a metà dicembre, dal 7,35% della popolazione. Mentre coloro che hanno ricevuto la prima dose sono stati il 10,95% del totale. Considerando che gli abitanti dell’Africa sono oltre un miliardo e 300 milioni, p. Albanese evidenzia che “non sorprende affatto che il continente rappresenti il vivaio d’ogni genere di varianti”. “In considerazione di quanto sta accadendo, Papa Francesco ha chiesto ripetutamente la sospensione temporanea del diritto di proprietà sui vaccini. Anche perché il motto dell’Agenda Onu per lo Sviluppo sostenibile entro il 2030 recita così: ‘Nessuno sia lasciato indietro!’. Purtroppo, ancora una volta, tra i bei proclami e la realtà drammatica di tutti i giorni, c’è un abisso: quello delle diseguaglianze”. Citando il filosofo Umberto Galimberti, il missionario denuncia che “il denaro è diventato il generatore simbolico di tutti i valori”. “D’altronde, se il denaro aumenta quantitativamente, sino a diventare condizione universale per realizzare qualsiasi scopo, non è più un mezzo ma lo scopo principale, mettendo fuorigioco i beni e i bisogni umani”. Infine, denuncia come “gli affari sono affari anche quando è in gioco la vita delle persone, il che è moralmente inaccettabile”.

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