Caso don Spagnesi: Prato, vescovo Nerbini vieta celebrazione sacramenti. La parrocchia querela ex parroco per appropriazione indebita. Ammanchi tra 130mila e 150mila euro

Nella serata di mercoledì 29 settembre, il vescovo di Prato, mons. Giovanni Nerbini, insieme al vicario generale don Daniele Scaccini, nominato amministratore della Parrocchia dell’Annunciazione alla Castellina, su sua richiesta, ha incontrato, nei locali parrocchiali, il consiglio pastorale ed il consiglio per gli affari economici della stessa parrocchia riuniti congiuntamente. Lo riferisce la stessa diocesi toscana. Mons. Nerbini ha fatto presente che “a seguito delle indagini svolte dalla Procura è emerso il grave danno sia materiale che economico per la parrocchia causato dall’ex parroco don Francesco Spagnesi, a fronte del quale, considerato anche lo smarrimento di tanti fedeli, si è reso necessario un intervento che salvaguardasse la verità e la giustizia attraverso una querela per il reato di appropriazione indebita, presentata presso la Procura di Prato”. Si tratta di “un atto dovuto che vuole fugare oltretutto il sospetto che si possa impunemente infrangere elementari regole di comportamento e salvaguardare l’immagine del sacerdozio stesso”. Nel frattempo, informa la diocesi, la parrocchia dell’Annunciazione alla Castellina ha provveduto alla verifica degli ammanchi dai conti negli anni 2019-2021, sulla base dell’ipotesi di reato contestata dalla Procura della Repubblica di Prato all’ex parroco don Francesco Spagnesi. Si tratta di “prelievi effettuati dal conto corrente bancario che, in quanto legale rappresentante, erano nella piena disponibilità dell’allora parroco. Nel conto corrente confluivano, come per ogni altra parrocchia, le offerte dei fedeli – comprese quelle raccolte durante le Messe – e eventuali donazioni; nel 2020, per esempio, vi sono state registrate anche due entrate straordinarie, pari a 266.686,00 euro, legate alla vendita di due appartamenti ricevuti dalla parrocchia in eredità”. La quantificazione dei presunti ammanchi imputabili all’ex parroco, spiegano dalla diocesi di Prato, “è stata effettuata tenendo conto dei bilanci e dei giustificativi esistenti. Si tratta di una stima verosimile nella quale, però, potrebbero comunque rientrare prelievi legittimi, finalizzati effettivamente alle necessità caritative della comunità. Il totale presunto degli ammanchi è stimato tra 130.00,00 e 150.00,00 euro”. Mons.Nerbini, infine, ha firmato il decreto canonico per le censure previste a carico del sacerdote, a cui vengono interdette la celebrazione della Messa e degli altri Sacramenti.

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